Contenuti e algoritmi

Qualche giorno fa, una persona molto esperta in ambito digitale e non solo, mi ha fatto notare che parlo sempre troppo poco di quello che abbiamo fatto in questi anni.

Nonostante io mi occupi da anni di comunicazione digitale, contenuti, parole, digital marketing sono uno di quei tipi che tende a parlare poco di quello che fa e vorrebbe che il prodotto/servizio potesse parlare da solo.

Ma mi dicono che non funziona proprio così 🙂
Allora cercherò, nelle poche righe di seguito, a spiegare il lungo lavoro che con DAONews prima e DAOContent dopo abbiamo fatto in questi anni.

Come già scritto qualche articolo fa DAONews è nata con l’intento di studiare un nuovo modello editoriale e di business che potesse aiutare l’editoria nel tragico passaggio dal cartaceo al digitale.

Per ottenere questo risultato abbiamo pensato che dovevamo pensare al nostro progetto come un ecosistema e non come una semplice app o servizio singolo. Questo ecosistema doveva ospitare tutti “gli attori dell’informazione”:

  • giornalisti
  • blogger
  • editori
  • lettori

Per regolare questo ecosistema avevamo bisogno di sviluppare un algoritmo che riuscisse ad analizzare i contenuti prodotti e pubblicati e che tenesse traccia dei risultati (visualizzazioni, condivisioni, click, etc.) che ogni contenuto riusciva a generare.

Altro obiettivo era quello di dare un valore qualitativo al contenuto stesso, analizzando e quantificando diverse variabili. L’idea era quella di legare il valore pubblicitario del contenuto al rating di qualità.

Per fare questo però avevamo bisogno anche di un algoritmo che facesse un’analisi semantica del contenuto in modo da poter differenziare i contenuti anche in base all’argomento trattato e al modo in cui veniva trattato.

Il passaggio successivo è stato quello di “geolocalizzare” il contenuto, per noi era molto importante capire quali luoghi e località venivano citate nel contenuto in modo da poter aggregare e catalogare i contenuti anche in base al luogo.

Inoltre un fattore importante per noi era quello di dare un valore al contenuto in base all’editore che acquistava e/o pubblicava quel contenuto prodotto, più importante è l’editore (soprattutto se in target con l’argomento) e più valore ha una pubblicazione.

A questo punto è arrivata la trasformazione da DAONews a DAOContent. L’ecosistema vedeva l’ingresso di un nuovo attore: le aziende.

Inoltre avevamo iniziato lo sviluppo di una piattaforma (quello che chiamiamo internamente “marketplace dell’informazione“) che permetteva ai content producer di vendere i propri contenuti in maniera sicura e remunerativa, e agli editori e alle aziende di acquistare i contenuti di qualità per i propri progetti editoriali in maniera autonoma ed efficace.

L’algoritmo richiedeva quindi nuove funzionalità:

  • sistema anti-plagio
  • riassunto automatico del contenuto
  • sentiment analysis
  • selezione keyword rilevanti

Inoltre ci siamo dati un ulteriore obiettivo: quello di far parlare i vari dati raccolti e le varie analisi fatte su ogni contenuto in modo da riuscire a trovare, ad esempio, il contenuto con la qualità più alta, che può dare le migliori performance, dato un determinato argomento, riguardante una determinata località.

Dopo un po’ di mesi di lavoro, siamo riusciti ad implementare anche queste funzionalità e attualmente l’algoritmo sta lavorando.

Tutto quello che vi ho descritto fin qui è esattamente quello che succede all’interno dell’ecosistema di DAOContent grazie agli algoritmi. Questi algoritmi ci permettono di:

  • produrre, selezionare, richiedere, pubblicare contenuti di alta qualità
  • produrre in grandissima quantità
  • crescere in maniera estremamente scalabile
  • ottenere i risultati e le performance migliori per qualsiasi tipologia di cliente (editore, azienda, professionista, evento, attività, etc.)

Pensiamo che gli algoritmi possano dare strumenti fantastici per migliorare il lavoro di chi fa informazione e sono una opportunità per tutto l’ecosistema dell’informazione. Ed è per questo che ci teniamo così tanto e al lavoro fatto sugli algoritmi e sulla piattaforma.

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Marco Melis

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