Content Marketing e AI al servizio di un sito e-commerce

PassioneCapelli.shop è un sito e-commerce specializzato nella cura dei capelli, della barba e del corpo. Offre una vasta gamma di prodotti e strumenti di qualità, a prezzi molto competitivi. La strategia di content marketing aiutata dall’intelligenza artificiale ha contribuito in modo significativo alla crescita del sito, così come la politica dei prezzi aggressiva.
PassioneCapelli.shop si impegna a fornire un servizio di qualità, con prodotti di qualità e tempi di spedizione brevissimi. Il sito offre una vasta gamma di prodotti, tra cui shampoo, balsami, maschere, oli, prodotti per la barba, prodotti per la cura del corpo e molto altro. I prodotti sono tutti di qualità superiore, testati e approvati da esperti.
PassioneCapelli.shop offre anche un servizio di consulenza personalizzata, in cui un team di esperti può aiutare i clienti a scegliere i prodotti più adatti alle loro esigenze. Inoltre, il sito offre una garanzia di soddisfazione al 100%, in modo che i clienti

Continua a leggere

Elevare la tua strategia di Content Marketing con ChatGPT: Come utilizzare l’AI per aumentare le vendite del tuo e-commerce

Introduzione: il potenziale di ChatGPT per il content marketing di un e-commerce
Il content marketing è una delle strategie più efficaci per attirare e fidelizzare i clienti di un e-commerce, ma creare contenuti di alta qualità e personalizzati può richiedere molto tempo e risorse. Fortunatamente, la tecnologia dell’Intelligenza Artificiale (AI) sta rivoluzionando il modo in cui le aziende producono e distribuiscono contenuti, e una delle soluzioni più promettenti è ChatGPT. Questo algoritmo di AI basato sul linguaggio naturale può aiutare le aziende a creare contenuti di qualità, generare idee per il blogging e l’email marketing, ottimizzare il SEO e persino gestire i social media. In questo articolo, esploreremo come ChatGPT può essere utilizzato per il content marketing di un e-commerce e come può aiutare le aziende a migliorare le loro strategie di marketing online.
Cos’è ChatGPT: una breve panoramica sull’AI e il linguaggio naturale
Ma prima di approfondire come ChatGPT può essere utilizzato

Continua a leggere

Food content marketing: The Tasty Ways entra ufficialmente nell’universo Tiscali

Il nostro webzine The Tasty Ways dedicato al mondo gourmet è entrato a far parte del grande network di siti legati al portale d’informazione Tiscali.it. L’ingresso è parte di un più ampio percorso di collaborazione intrapreso di recente da Tiscali e DAO Content, che ha dato il via a una strategia integrata di sviluppo di una linea di business condivisa legata al content performance marketing.

Food content marketing di valore, un’opportunità da cogliere al volo
The Tasty Ways nasce alcuni anni fa per promuovere l’universo del fine food in tutte le sue declinazioni: eccellenze del territorio, grandi vini, itinerari del gusto, protagonisti della ristorazione e della produzione, esperti di settore, food influencer, novità dal mondo della buona tavola, trend di mercato, ecc.

Si configura come vero e proprio digital content hub, dalla grafica molto curata, e può rappresentare un’ottima opportunità d’investimento per tutte quelle aziende dell’alimentare d’alta gamma che abbiano compreso l’importanza di puntare sul content marketing

Continua a leggere

Topic cluster: novità sulla SERP di Google e ritorno del fattore “umano”

Informazioni utili, approfondite e dettagliate, non semplici keyword; oggi ti parliamo del Topic cluster e di come ha rivoluzionato la SERP.
I Topic cluster sono la migliore risposta che hanno trovato i Seo Specialist all’ultimo cambiamento dell’algoritmo di Google.

Come sappiamo, lo scopo del motore di ricerca è quello di fornire le migliori risposte possibili ai propri utenti; questo spinge naturalmente a un continuo aggiornamento degli algoritmi in modo da renderli sempre più utili a migliorare l’esperienza degli internauti, aumentandone la soddisfazione.
Oggi la maggior parte degli utenti scrive sui motori di ricerca domande molto più complesse rispetto a qualche anno fa e si aspetta risultati sempre più accurati e rapidi.
Gli user cercano risposte specifiche, scrivendo a volte anche diverse frasi nella stringa di ricerca. Di conseguenza i motori si sono evoluti, diventando abbastanza intelligenti da riconoscere le connessioni tra i contenuti dei siti, riuscendo persino a comprendere il contesto dell’argomento che l’utente sta ricercando e offrendogli diverse risposte,

Continua a leggere

Content marketing come “intrattenimento”, è vero che non paga?

content marketing

Quante pagine segui sui social perché semplicemente ti fanno ridere o ti emozionano con i loro contenuti?
Immagino un bel po’…
Bene, oggi ti svelo i molti modi in cui si può guadagnare da questo tipo di strategia

Oggi parliamo di Content marketing d’intrattenimento, e delle sue diverse applicazioni.

La nostra bacheca Facebook, o il nostro feed di Istagram sono spesso invasi da quelli che i sociologi hanno definito meme e che poi hanno preso le strade più diverse e disparate per arrivare sempre più lontano.
Dai semplici meme infatti, si sono messe in atto una serie di strategie di guadagno, affatto indifferenti in termini di introiti; oggi voglio esaminarne qualcuna insieme a te, non si sa mai che riflettendo su questo argomento non ti venga in mente qualche buona idea di guadagno.

Partiamo innanzitutto dalla base.

Cos’è un “Meme”?

Iniziamo con il dire che è bene fare una differenza tra Meme come concetto legato alla sociologia che si definisce:

Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet, ecc.).

e che poi trova una declinazione nella sua versione digitale:

I memi digitali sono contenuti virali in grado di monopolizzare l’attenzione degli utenti sul web.  diffuso attraverso i meccanismi delle nuove tecnologie e dei nuovi prodotti, hashtag, Facebook, blog, email, YouTube, usato a volte per fare pubblicità commerciale

da enciclopedia Treccani

Ecco! La parola chiave, nonché carta vincente di questo tipo di comunicazione è “a volte”.
Questo ci fa capire immediatamente che il concetto alla base di questo tipo di strategia di marketing, che riesce ad essere invasivo senza risultarlo, è quello di sfruttare l’intrattenimento come chiave d’accesso non solo alla memoria, ma anche al cuore del potenziale acquirente in maniera efficace e per nulla molesta.

E come ci si guadagna da questa strategia, mi chiederai?

I modi sono diversi, e suscettibili a molte variabili, di cui provo a farti una brevissima panoramica.

Reputation online per i brand più noti

Nel caso di un brand molto noto come ad esempio Nutella, i meme servono a fare reputation ossia a rinfrescare continuamente nella memoria il marchio (in maniera conscia e inconscia).

Esistono poi delle combo vincenti, come ad esempio quella di Nutella e GOT che valgono più di diecimila interazioni.

Aggregatori di contenuti virali

Esiste poi il caso dei portali, alcuni settoriali , altri contenitori sempre più  generici e con un target sempre più vasto (seppur meno fedele/interessato), i quali guadagnano sia con i pay per click sugli articoli di questi blog, ossia si dà uno spazio pubblicitario (banner o altro) all’interno dell’articolo e si riceve una somma per ogni click ottenuto, sia anche con la promozione diretta attraverso un contenuto promozionale con un link/tag all’azienda (pagante).

Questa strategia si chiama influencer marketing, e ti prometto che presto faremo un articolo dedicato esclusivamente a questo perché è un argomento molto molto vasto, non esauribile in questo articolo.

Merchandising

Come fanno a guadagnare alcune pagine che sono nate veramente “dal niente” (oltre a ciò che abbiamo detto precedentemente)?  Non ci crederai, ma lo fanno creando un pubblico vasto (vastissimo) attraverso i meme, e fidelizzandolo al punto tale da crearsi dei potenziali acquirenti del loro merchandising.

Ci sono diversi casi di pagine popolari che creano magliette, tazze, poster e quant’altro con i loro meme più famosi.

Queste sono solo alcune delle strategie che si possono mettere in atto per guadagnare online dal content d’intrattenimento, che come vedi sono dei veri e propri piani d’azione nati da un’intuizione sia delle piattaforme che degli utenti.

Che ne pensi? Hai già un’idea su come guadagnare online dal content d’intrattenimento?

content marketing, social media marketing, seo, business online

Content marketing: come pianificare la “spontaneità”

Nessun grande obiettivo si raggiunge senza studiare prima un piano. Quale piano è bene utilizzare per il content online con gli utenti che navigano in cerca di info “just in time”? Eccoti alcune dritte.
Come saprai, la comunicazione aziendale ha subito mutamenti radicali negli ultimi anni.
Gli oltre duemila tap al giorno sugli smartphone dei tuoi potenziali clienti rappresentano allo stato attuale un’enorme opportunità per la tua azienda di espandersi a livelli inimmaginabili con l’adv tradizionale, però…Sì, c’è sempre un però.

Insieme a te, molte altre aziende hanno già individuato la stessa opportunità e questo rende la concorrenza molto agguerrita. Soprattutto in questo l’utilizzo di una buona strategia di content marketing può essere determinante per il tuo successo online (e offline, in termini di vendite). Vediamo esattamente come, esaminando diversi aspetti.
Il tuo target può non essere lo stesso di colui che credi essere un tuo competitor
Prendiamo in esame, in maniera pragmatica, due brand che

Continua a leggere

Comunicare la qualità, un contenuto al giorno…

Qualche giorno fa riflettevo sul fatto che attorno a me vedo tantissime persone estremamente competenti, professionali, brillanti.

Persone che conoscono benissimo ogni dettaglio del loro lavoro, ogni caratteristica del loro ambito, ogni opportunità e rischio della loro attività.

In realtà vedo anche tante aziende che hanno le stesse caratteristiche: fanno un lavoro di altissima qualità e sono veramente estremamente competenti nel loro ambito e nel loro mercato.

Ogni competenza, ogni conoscenza, ogni attività di qualità, ogni progresso, ogni “cosa imparata”, ogni errore commesso e al quale si è posto rimedio, ogni problema affrontato e risolto, ognuna di queste cose rappresenta un grande valore per la persona o l’azienda in questione.

Questi valori spesso non hanno piena visibilità, rimangono all’interno dell’azienda o nella testa della persona (lavoratore, imprenditore, manager che sia). Spesso queste aziende e queste persone non comunicano ciò che sanno fare, non raccontano ciò che fanno, non dicono agli altri (utenti, clienti, partner, lettori etc.) quanto valore, studio, competenze ci sono dietro all’attività svolta.

Penso inoltre alle grandi opportunità che ci offre questo periodo storico: il web, i social network, le piattaforme digitali. Strumenti che permettono a tutti, persone e aziende, di comunicare e raccontare al resto del mondo ciò che sono e ciò che fanno.

Queste grandi opportunità sono state già sfruttate da tante persone e tante aziende, ma a mio parere c’è ancora tanta qualità nascosta al web che si può comunicare e che, anzi, si deve raccontare.

Penso che contenuti di qualità che mostrano competenze, valori, lavoro, professionalità, conoscenza possano occupare, tutto o almeno in parte, lo spazio che attualmente viene occupato dai contenuti di bassa qualità o, addirittura, dalle fake news.

In un periodo, tra l’altro, dove anche molti editori hanno rinunciato al loro ruolo di una gestione dell’informazione digitale che tenda verso una maggiore trasparenza, una maggiore veridicità, una maggiore qualità e, soprattutto, ad una maggiore utilità formativa/informativa per il lettore.

E allora cosa si dovrebbe fare?

Per rispondere a questa domanda riprendo una frase di Gary Vaynerchuk, imprenditore seriale e personalità Internet di fama internazionale: “Now, if you truly understand how marketing works today, you know there is no individual six-month campaign; there’s only the 365-day campaign, during which you produce new content daily.”

Ora, se capisci veramente come funziona il marketing oggi, sai che non esiste una campagna individuale di sei mesi; c’è solo la campagna di 365 giorni, durante la quale produci nuovi contenuti ogni giorno.

E’ esattamente questo che si deve fare: produrre contenuti di qualità ogni giorno per 365 giorni all’anno. Possiamo poi discutere riguardo al formato del contenuto, alla tipologia, alla piattaforma di supporto, alla modalità di diffusione, ma la strategie è esattamente questa, semplice:

1 contenuto formativo/divulgativo al giorno

E’ quello che Marco Montemagno, in molti suoi video e speech, chiama “incessantismo” ed è una delle componenti chiave della strategia che lui stesso ha utilizzato per acquisire tanta visibilità: 1 video al giorno per 12, 18 o, addirittura, 24 mesi. Tutti i giorni.

Lui ha utilizzato i video, ma questo non vuol dire che sia l’unica tipologia di contenuto vincente. Anche perché ogni persona e ogni azienda possiede caratteristiche comunicative specifiche e particolari.

Io ritengo che il blog abbia ancora un ruolo importantissimo, il blog è per me il fulcro dell’attività di produzione di contenuti ed è il blog ad ospitare i contenuti nei vari formati: articoli brevi, approfondimenti, video, podcast, foto, vignette etc.

E i social network? I social network sono le diverse finestre sul mondo digitale che si vogliono tenere aperte. In ogni social network con un linguaggio appropriato e adatto alla propria community di riferimento presente social network stesso.

Contenuti di qualità sul blog, contenuti di qualità indicizzati su Google, contenuti di qualità presenti sui social network, presenti sui canali YouTube e sui canali Podcast… Una invasione di contenuti di qualità 🙂

Per concludere, penso che sia veramente importante raccontare la qualità; importante per i professionisti, i manager, le associazioni, le aziende etc. Importante per supportare la loro comunicazione e le strategie di marketing.

Ma è altrettanto importante per i lettori e gli utenti web. Ed è questo che auspico: che sempre più persone e aziende inizino a comunicare la qualità, un contenuto al giorno…

 

Ha ancora senso avere un blog?

Se ci penso è veramente da tanti tanti anni che in molti pronosticano la morte dei blog. Secondo me, più o meno da poco tempo dopo la loro nascita.

Io sinceramente non c’ho mai creduto. E vedo che insieme a me, tanti altri continuano a non crederci. Molti di questi sono dei veri esperti di digital marketing e vedono nel blog il luogo dove creare relazioni forti e durature con la propria audience e i propri clienti.

Ho iniziato a lavorare con i blog nel lontano 2009. Dopo l’esperienza del comparatore prezzi (OkPrezzi) avevo capito che i motori di ricerca avrebbero dato sempre più importanza ai contenuti “freschi”, ai contenuti aggiornati e di informazione. E i blog, già da allora, erano uno strumento formidabile.

Mi ricordo che un po’ per intuito e un po’ di fortuna, scegliemmo WordPress come CMS, e fu una scelta decisamente azzeccata, probabilmente in quel periodo non si poteva ancora capire veramente il successo che avrebbe avuto WordPress negli anni seguenti.

Nel 2009 iniziammo con un network di blog tematici. Ambiente, lusso, musica, cinema, racconti, libri, ricette, etc. Era un vero e proprio strumento di content marketing che utilizzavamo per attirare traffico di qualità da indirizzare poi verso il comparatore prezzi.

Questo era Ok-Ambiente nel 2010, uno dei blog del network.

Ripeto, 2009…. esattamente 10 anni fa… In maniera molto empirica avevamo intuito la forza che i contenuti di qualità avevano in ambito digitale. Facebook era in Italia da poco più di un anno e il traffico arrivava quasi esclusivamente dai motori di ricerca.

Molte aziende all’epoca hanno totalmente snobbato il blog, molti imprenditori e responsabili marketing sembravano quasi terrorizzati dal confronto con gli utenti; i blog davano infatti l’opportunità agli utenti di commentare gli articoli proposti, e bloccare i commenti era visto quasi come sacrilegio.

In realtà è la stessa reazione che hanno avuto i giornalisti e gli editori quando il digitale ha permesso a tutti gli utenti di commentare quello che veniva scritto sulle proprie testate.

E’ interessante notare però come poi le aziende si siano letteralmente lanciate verso piattaforme quali i social network dove l’interazione e la partecipazione degli utenti è ancora più libera, difficile da gestire e spesso molto lontana dal posizionamento del brand.

Gli editori sono arrivati addirittura a cedere i propri contenuti alle grandi piattaforme quali Facebook… mah!

Ma dopo anni di “sbornia” di social network, sto notando da qualche mese a questa parte un ritorno al proprio sito/blog/magazine da parte delle aziende e degli editori. Finalmente, aggiungerei io.

Lavorare bene sul proprio sito permette ad una azienda di gestire al meglio il percorso dell’utente, dal momento in cui arriva sul sito stesso fino ad una eventuale conversione dell’utente in cliente. Se una azienda lavora prevalentemente sui social network o su piattaforme esterne e non cura le proprie digital properties (sito, blog, magazine, ecommerce, etc.) è sottoposta e diversi rischi, ad esempio:

  • la piattaforma esterna può chiudere la pagina a causa di qualche violazione o segnalazione
  • la piattaforma può cambiare l’algoritmo e i contenuti prodotti e pubblicati non vengono più visualizzati come prima
  • per raggiungere un più ampio target le piattaforme spingono le aziende a spendere in sponsorizzate
  • i contenuti prodotti sono pubblicati su piattaforme esterne e quindi non completamente a disposizione dell’azienda
  • i contenuti prodotti e pubblicati su piattaforme diverse creano un certo “disordine” nella strategia e una dispersione dell’audience nelle diverse piattaforme
  • l’ingaggio degli utenti avviene in un contesto esterno rendendo difficile, ad esempio, l’iscrizione ad una newsletter o la richiesta di contatto

Di seguito alcuni consigli che con DAOContent diamo alle aziende quando lavoriamo con loro:

  • curare il proprio sito internet nei dettagli in modo che per l’utente sia naturale chiedere un contatto, effettuare un acquisto, iscriversi alla mailing list etc.
  • sviluppare un blog (o addirittura un magazine digitale) con una linea editoriale forte e di qualità, in modo che diventi il digital hub dell’azienda, il centro delle attività della strategia content
  • curare tutti i canali social in modo da sfruttare la visibilità e l’audience e attivare gli utenti verso “la propria casa digitale”

Insomma, penso che i blog abbiano ancora una lunga vita, magari prenderanno altre forme e avranno funzionalità evolute, ma sono sicuro che avranno un ruolo importante nelle attività di digital marketing di aziende e professionisti.

Voi cosa ne pensate?

Content marketing o Digital marketing con focus sui contenuti?

Ultimamente è una delle domande che, in DAOContent, ci facciamo più spesso. Lavoriamo da anni con i contenuti, ultimamente lavoriamo con aziende e professionisti e sviluppiamo strategie di content marketing orientate ai risultati.

Ma è proprio quello che facciamo?

Prima di proseguire faccio un breve riepilogo di quello che facciamo.
I servizi di DAOContent sono offerti con tre modalità differenti:

Marketplace

La prima modalità è quella che chiamiamo “Marketplace”.
Questa modalità consiste nel richiedere un numero e una tipologia di contenuti per le proprie strategie di content marketing.
Solitamente i contenuti prodotti dalla community di DAOContent vengono acquisiti dal cliente e pubblicati sulle sue properties digitali (sito web, blog, magazine, etc.).
Questa modalità si avvale dell’esperienza del nostro team e la scelta dei contenuti di qualità è agevolata dall’algoritmo della piattaforma.

Piani Performance

La seconda modalità è quella che chiamiamo “Piani Performance”.
Questa modalità prevede, prima di tutto, la definizione degli obiettivi con il cliente (awareness, generation lead, vendite e-commerce, etc.) e in base agli obiettivi viene definita una strategia digitale orientata alle performance attorno alla produzione dei contenuti.
La produzione dei contenuti è gestita allo stesso modo della modalità Marketplace ma la strategia editoriale è definita maggiormente dal nostro team.
In questo caso i contenuti vengono pubblicati su quello che chiamiamo Digital Hub (web magazine, blog, app mobile, etc.) che risiede su piattaforma DAOContent e che viene personalizzato in base alle esigenze e al look&feel concordate con il cliente
Attorno al Digital Hub vengono poi implementate tutte le attività di digital marketing (social media marketing, sponsored, community DAOContent, etc.) utili per dare visibilità ai contenuti prodotti e per raggiungere il target desiderato.

Piani Branding

La terza modalità è quella che chiamiamo “Piani Branding”.
Questa modalità racchiude le caratteristiche delle prime due (contenuti prodotti dalla community e gestiti tramite algoritmo, strategia di digital marketing, digital hub, etc.) ma è rivolta alle azienda più strutturate e che hanno bisogno di supportare le proprie attività di posizionamento del brand sul digitale.
Questa modalità prevede il coinvolgimento di professionisti del settore della comunicazione, giornalisti, creativi e art director. Le loro competenze e la loro consulenza sono fondamentali per la creazione di un prodotto di altissimo livello.

Quindi, tornando alla domanda “cosa facciamo realmente?”, la risposta è: sicuramente facciamo qualcosa di diverso dal content marketing. Qualcosa di più.

Una definizione potrebbe essere “digital marketing con focus sui contenuti“. Infatti tutte le strategie che proponiamo partono proprio dai contenuti, ma questi contenuti sono accompagnati da una varietà di attività di digital marketing che danno ai contenuti due valori importanti: la qualità e i risultati.

Un altra definizione che mi piace è la seguente: “editoria digitale intelligente al servizio dei brand“. Editoria digitale perché aiutiamo le azienda a diventare editori di se stessi, intelligente perché c’è un algoritmo “intelligente” che migliora i processi e il lavoro, al servizio dei brand perché aiuta le aziende nel posizionamento del proprio brand.

Quindi non solo content marketing, ma qualcosa di più.

A breve, per iniziare ad approfondire queste tematiche, pubblicheremo una breve guida gratuita sul Content Marketing, con alcune riflessioni e alcuni trucchi per impostare una attività di content marketing efficace.

Stay tuned!

Il digital marketing basato sui contenuti per manager e professionisti

Non è facile per un professionista o un manager gestire la propria vita digitale e il proprio brand. Me ne sto rendendo conto ultimamente.

Solitamente, con DAOContent, ci siamo siamo spesso confrontati con aziende di varie dimensioni, definendo una strategia di digital marketing basata sui contenuti e lavorando sulla marca, sui servizi dell’azienda e sul relativo target di mercato.

Ultimamente però mi sta capitando sempre più di frequente di ricevere richieste di supporto da parte di professionisti e manager che hanno bisogno di gestire la propria presenza digitale in maniera strutturata e orientata risultati di crescita.

Questo secondo me è il vero mestiere del Digital Life Coach, come l’ha definito il mio amico e partner yourDigital, Jacopo Mele.

Il lavoro con i professionisti e i manager presenta alcune caratteristiche decisamente diverse rispetto al lavoro con aziende, soprattutto se strutturate. In particolare la fase di definizione dei processi è più delicata, il professionista o il manager sono individui singoli, con tutti i loro molteplici impegni, e che a volte sono seguiti in maniera destrutturata dalla segretaria o da qualche amico che li supporta in attività digitali quali seguire il profilo Facebook o scrivere qualche contenuto sul blog.

Ottimizzazione del tempo

La criticità principale è l’ottimizzazione del tempo del professionista (o del manager) in modo da riuscire a ritagliarsi dei momenti all’interno della fitta agenda per svolgere le attività che solo lui può fare (ad esempio, creare contenuti di proprio pugno, registrare video, scattare foto da pubblicare, etc.).

Ritengo che anche l’attività digitale del professionista debba partire dai contenuti. Ma la strategia deve essere secondo me ben strutturata e il più possibile automatizzata.

Il sito del professionista ha sempre una grandissima importanza, ma è la parte editoriale che deve diventare il centro di tutta la strategia. In particolare il blog diventa il “Digital Hub” dell’attività, tutti i contenuti verranno pubblicati prima sul blog e successivamente rilanciati sui social network nelle forme più opportune. I social network sono una fonte inestimabile di visibilità ma è sul proprio sito/blog che il professionista più gestire al meglio l’utente, ed è lì che deve piano piano costruire una community.

Una attività costante di pubblicazione di contenuti può portare grandi risultati, prima di tutto grazie all’indicizzazione degli stessi sui motori di ricerca, e poi perché pubblicando contenuti di qualità si offre un servizio informativo all’utente con un rafforzamento del brand del professionista.

Produzione dei contenuti

Una seconda criticità è proprio la produzione dei contenuti, nel caso il professionista riesca a produrli in maniera autonoma, il nostro supporto è quello di revisionare i contenuti e dettare la linea editoriale. Ma nel caso il professionista non avesse modo di produrre i contenuti in autonomia, il nostro compito si trasforma in quello di ghost writer. Questo compito è particolarmente delicato poiché i contenuti prodotti da terzi devono rispecchiare esattamente l’animo e le competenze del professionista.

Le comunicazioni

Una terza criticità sono le comunicazioni tra tutte le persone coinvolte e il professionista. Come già detto l’agenda del professionista è solitamente molto complicata e riuscire a comunicare in maniera costante, strutturata ed efficace è una sfida molto interessante. Per questo deve essere impostata in fase di set-up prevedendo anche processi e piattaforme in modo da poter rimanere costantemente aggiornati anche se il team lavora da remoto.

Grandi risultati

Credo però che, gestite in maniera strutturata queste criticità, una buona strategia di contenuti possa favorire in maniera rilevante i risultati di visibilità e di reputazione del professionista. Il professionista che riesce a creare una community di utenti fidelizzati ha la possibilità poi di evolvere il proprio business esplorando anche nuovi servizi o prodotti che riescono a rispondere al meglio alle esigenze degli utenti. Esigenze sicuramente più chiare grazie anche ad un dialogo e ad un confronto più stretto con gli utenti stessi.

E voi cosa ne pensate?

Un tramonto a metà

Negli ultimi mesi sono successe tante cose e sono cambiate tante situazioni lavorative attorno a me.

Da anni ormai (quasi 8 anni) mi dedico ad una azienda che ho contribuito a fondare dal nulla, un’azienda che è passata per lo status di “startup innovativa” e che ha lavorato in ambito digitale per sviluppare una piattaforma che potesse risolvere anche una piccola parte dei problemi che affliggono l’editoria digitale e l’informazione.

Anni e anni di ricerca e sviluppo, dove le parole più utilizzate in ufficio e i temi quotidiani erano:

  • qualità dell’informazione e metodo per una informazione di qualità
  • giusta remunerazione dei content producer
  • fake news (già qualche anno prima che le chiamassero così)
  • modelli di business sostenibili per gli editori
  • piattaforme editoriali avanzate
  • contenuti per la promozione del brand di un’azienda (quando la parola content marketing in Italia si sentiva pronunciare giusto da un ristrettissimo gruppo di esperti)
  • blockchain e diritti d’autore
  • algoritmi di analisi dei contenuti

Anni di lavoro in qualche modo sostenuti da pochissimi finanziamenti (ci sarebbe da aprire una sezione a parte per raccontare l’esperienza diretta fatta per cercare finanziamenti e supporti per un progetto simile in Italia) e da tanto impegno e tantissima disponibilità da parte dei ragazzi del team che hanno sopportato le sorti altalenanti di una startup e hanno lavorato anche in condizioni difficili pur di fatturare (anche lavori non esattamente in target con l’obiettivo) e sostenere l’azienda.

Quasi due anni fa avevamo capito che il nostro target non erano gli editori ma le aziende e i brand: le aziende hanno molto budget per il marketing e non hanno la possibilità di prodursi i contenuti in casa nonostante abbiano una grande necessità di produrre contenuti per essere presenti nel “mondo digitale”. Esattamente l’opposto degli editori: poco budget, produzione interna e visibilità già in parte acquisita.

Gli editori a questo punto da clienti sono diventati fornitori. E le aziende i nostri clienti. In mezzo una piattaforma che gestiva le dinamiche di questo “scambio di contenuti e visibilità” ottimizzando le performance. Obiettivo della startup quasi raggiunto:

  • le aziende possono promuoversi in maniera facile con i contenuti ottenendo grandi performance
  • gli editori hanno una possibile nuova linea di business sfruttando la visibilità e la capacità produttiva già in possesso
  • i content producer possono lavorare di più e con una remunerazione migliore rispetto alle piattaforme e alle soluzioni esistenti

Obiettivo QUASI raggiunto appunto, raggiunto in teoria e in parte in pratica. Ma non completamente.

L’azienda aveva bisogno di rifinanziamento e sviluppo commerciale. Nel tempo si sono avvicinati tanti interlocutori, alcuni molto concreti e altri molto vaghi. ma per un motivo o per un altro non si è riusciti a concludere nei tempi giusti l’operazione di rifinanziamento. E le cose hanno iniziato a precipitare.

L’unica soluzione era quella di chiudere l’azienda.

Tra parentesi: anche riguardo alla chiusura/liquidazione/fallimento/trasformazione di un’azienda in Italia potremmo scrivere chilometri di commenti, riflessioni, esperienze, leggi, pareri, etc. Si potrebbe scrivere tutto e il contrario di tutto e andrebbe bene lo stesso. Ma penso che di queste cose ne parlerò prossimamente in questo blog.

Alcuni insegnamenti:

  • alcune decisioni vanno prese subito anche se drastiche
  • l’esecuzione è fondamentale, banale ma è così
  • l’attività per cercare finanziamenti per una startup in Italia è essa stessa una startup
  • il fallimento è un modo per capire cosa NON si deve/può fare… e per imparare

La prossima fase sarà quella di recuperare tutto il buono che si è fatto in questi anni, riunire un po’ le forze e grazie a questa base ripartire con una nuova impresa, che si occupi in maniera specifica di content marketing e di contenuti digitali. In qualche modo siamo “arrivati troppo presto”, infatti solo ora si sta aprendo il mercato italiano del content marketing, ma dall’altra parte l’essere arrivati in anticipo ci permette di essere in questa fase pronti al mercato e molto competenti in materia.

L’azienda, dopo 8 anni di lavoro e dopo ancora un lungo periodo di burocrazia che l’aspetta, chiuderà e questo progetto tramonterà.

Ma sarà solo un tramonto a metà.