Contenuti autocelebrativi: perché sono un errore nel content marketing

Sono tramontati i tempi dei siti aziendali statici in cui potevano trovar spazio solo banner con offerte esclusive e contenuti autocelebrativi come “Siamo i migliori del settore” oppure “Fidati dei numeri uno”. Il trend è cambiato perché il content marketing, e più in generale l’inbound marketing, ha cominciato a prender piede sovvertendo l’ordine delle cose. Adesso non è più il libero professionista o l’azienda che va a cercare i suoi clienti, ma sono i clienti che cercano i brand.
Anche i rapporti sono cambiati, semplicemente perché adesso aziende e singoli professionisti puntano a costruire un canale diretto con il cliente. E il cliente contento non mancherà di diventare cassa di risonanza per la diffusione e la promozione della qualità dei servizi/prodotti offerti. La web reputation è quello che un tempo era il passaparola nelle piazze o nei salotti, con il vantaggio (o il peso) non trascurabile di poter essere tracciata, quantificata ed analizzata.
 
Contenuti autocelebrativi, sempre da evitare

 
La reputazione

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Nuovi fattori di ranking di Google. La SEO nel 2017 (e oltre).

Da molti anni ormai chi scrive su un blog, cura i contenuti di un sito aziendale, o progetta un sito da capo a piedi, deve fare i conti con la SEO e i nuovi fattori di ranking di Google. Questo perché l’obiettivo che si pongono tutti è scalare i risultati di ricerca di Big G, perché più visibilità sul più noto dei motori di ricerca significa avere maggiori possibilità di attrarre potenziali clienti, ovviamente non si può prescindere dalla credibilità, da costruire gradualmente con un una buona content strategy e una corretta esposizione sui social.
 

 
Quali sono i nuovi fattori di ranking di Google?
Chiunque si occupa a livello approfondito di questi temi sa bene che la SEO non è mai stata una scienza esatta, la possiamo definire come una specie di rincorsa continua volta a carpire empiricamente i tanti segreti dagli algoritmi che implementa Google di anno in anno. Abbiamo a che fare con una materia mutevole,

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Instagram e content marketing: 4 consigli per i brand

Instagram è il regno indiscusso del content marketing visuale. A differenza di altri canali non è solo un mezzo per arrivare ad un pubblico di amici o potenziali clienti, come possono essere altri social network – vedi Facebook o Pinterest -, ma è anche una piattaforma per creare contenuti.
Probabilmente è questa una delle ragioni per cui è diventato così popolare nella fascia dei Millennials e risulta sempre in forte e costante ascesa nelle preferenze dei brand, che hanno iniziato a riservare budget importanti alla cura dei propri profili su quello che, d’altronde, è il social dell’immagine per eccellenza. Inoltre c’è l’elemento non marginale dell’engagement: nessuna altra piattaforma è ad oggi in grado di garantire un coinvolgimento così elevato.
Sono lontani i tempi in cui gattini, selfie, piedi e colazioni rappresentavano la “dieta” quotidiana visuale riservata a ogni avventore di Instagram. Complice una rincorsa verso la qualità e un progressivo abbandono dell’elemento “istantaneo” della condivisione, sia l’utente alle prime armi

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Visual content: 5 tools gratis per le immagini del tuo blog

Ve l’avranno già detto in tutte le salse: i contenuti sono l’aspetto più importante di un blog. Vero, verissimo. Ma anche i migliori contenuti hanno bisogno dell’abito più adeguato per debuttare in società. Questo abito è il visual content, e necessita di tante cure quante ne richiede la parte testuale.

In alcuni casi le immagini diventano persino la parte più rilevante di un post di visual storytelling. Proprio per questo motivo foto e grafiche necessitano di un approccio che sia creativo ma anche semplice e immediato, in modo che non ci sia bisogno di convocare un professionista ogni volta che ci si accinga a pubblicare un nuovo contenuto.
Come migliorare il visual content
Quali strumenti usare per migliorare il visual content di un blog? Un grafico non avrebbe dubbi: vi direbbe Adobe Photoshop o Adobe Illustrator. Ma non sempre c’è il tempo e la voglia di stare a smanettare tra livelli e sfumature, e per fortuna il web

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