Hashtag migliori su Instagram, ecco i segreti per trovarli

Individuare gli hashtag migliori su Instagram non è così scontato. Ma è fondamentale per usarlo nella maniera più proficua. Ancor di più in un momento in la sua crescita appare inarrestabile. La piattaforma creata da Kevin Systrom e Mike Krieger nel lontano 2010, infatti, ha appena sfondato la quota 700 milioni di utenti. Uno sviluppo talmente veloce e massiccio che il New York Times si è lasciato andare a previsioni di un futuro ancor più roseo:  “Instagram sarà il nuovo Facebook”.
Vi offro questi numeri perché per un privato o un’azienda interfacciarsi con questa vetrina è diventato quasi un obbligo. Non tanto per vendere “a freddo” su Instagram (questo accade solo per pochissimi brand molto affermati anche offline), quanto perché farsi conoscere attraverso le immagini e creare una community è un’ottimo preludio al business vero e proprio.
Oggi vi rileverò qualche trucco per sviluppare una corretta strategia di esposizione, per fare in modo che i

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Facebook Spaces e realtà aumentata: le scommesse di Zuckerberg

Vi ricordate la scena di Mark Zuckerberg che entrava nella platea gremita del Mobile World Congress di Barcellona del 2016? Tutti i giornalisti e accreditati indossavano visori Gear VR, creando un effetto che a qualcuno ha fatto sovvenire a tanti qualche distopia in stile “Black Mirror”.
 

 
Quel giorno Mr. Zuckerberg aveva annunciato che una divisione interna del colosso di Menlo Park avrebbe lavorato su una versione virtuale del social network. Adesso il prodotto di quel team è giunto a maturazione.
Il CEO direttamente dal palco della F8, la conferenza dedicata agli sviluppatori di Facebook a San Jose (California) ha annunciato il lancio di Facebook Spaces, un’applicazione per la realtà virtuale che sarà disponibile fin da subito in versione beta sull’Oculus Rift, il visore VR di Facebook. Ma le novità non finiscono qui.
 
Messenger, sempre più al servizio delle aziende
Nato come servizio accessorio a Facebook, soprattutto per agevolare la messaggistica e inizialmente porsi in concorrenza con

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Come impostare un tono di voce per rendere riconoscibile il tuo brand

Le parole sono importanti, ma è il “come” si propongono a fare la differenza. L’efficacia, la credibilità, la forza, la memorabilità, e perfino l’interpretazione di un messaggio dipendono in gran parte da quello che si chiama “tono di voce”.
Nella comunicazione di un brand è l’equivalente di un timone per una nave: una variazione di pochi gradi potrà farvi imboccare una rotta completamente diversa.
Impostare un determinato registro narrativo serve a creare coerenza con la costruzione di una brand identity, ma serve anche a scegliere il pubblico di riferimento. Ecco perché la scelta di un certo stile comunicativo è presuppone l’aver preliminarmente risposto a due domande: chi siamo e chi è il nostro cliente ideale. Non è detto che questa consapevolezza ci sia sin dall’inizio, ma è bene lavorarci sin da subito proprio per impostare una comunicazione coerente a tutti i livelli: dalle mailing-list sino ai contenuti di un blog per finire ai social network e alla pubblicità tradizionale.
 
Il

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L’economia dell’attenzione e il futuro del content marketing

L’attenzione umana mai come ora è diventata una risorsa scarsa, a tal punto che oggi si parla di economia dell’attenzione. Pensiamoci: ogni giorno social media, tv, radio, giornali ci sparano addosso una quantità di informazioni inimmaginabile sino a vent’anni fa. Tutte queste fonti battagliano per un minuto del nostro sguardo. Uno sguardo che, però, sarà inevitabilmente superficiale e spietato nel surfare in questo overload informativo.
 

 
Laddove c’è un’inflazione informativa la nostra capacità di acquisire ed interpretare nuovi input si riduce, così come la nostra capacità di attenzione sul singolo contenuto.
Qualche settimana fa guardavo una vignetta di Tom Fishburn che ironizzava proprio su questo overload in ambito content marketing. Stiamo effettivamente producendo più contenuti di quelli che la nostra audience di riferimento possa consumare. E siamo caduti anche noi nel paradosso della vignetta, cioè scriverci sopra un ulteriore contenuto.
 
Overload di content marketing

L’economia dell’attenzione e i contenuti liquidi
La sfida che ci pone un’epoca in

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