5 validi motivi per aprire un blog aziendale

Non si contano ormai gli esperti di comunicazione che sul web consigliano ad ogni impresa o startup di aprire un blog aziendale, con elenchi di benefici più o meno immediati che questo strumento può dare alle proprie strategia di presenza sul web.
Fin qui tutto bene. Il problema è che, spesso, abbracciare una tendenza con troppo entusiasmo, ma senza una vera visione d’insieme, porta un progetto editoriale al fallimento. Abbandonare dopo pochi mesi il blog perché non porta risultati immediati oppure usare questo strumento come una sorta di archivio di comunicati stampa sono gli errori più frequenti che si registrano.
In Italia da qualche anno si sta diffondendo la cultura del corporate blogging, ma solo tra le imprese più strutturate o tra quelle più vocate all’innovazione. Ma se parliamo di grossi numeri, i benefici del content marketing sono ancora sottovalutati dalla gran parte delle aziende, che derubricano il blog a poco più di una perdita di tempo.
Ma

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Artrooms sceglie la piattaforma DAO Content per la call for artists 2018

Non solo content marketing, ma anche arte contemporanea. Il team DAO Content è felice di affiancare il progetto Artrooms, una solida realtà italiana che ha trovato base nella capitale inglese. Da tre anni lancia una “chiamata alle arti” che si propone di valorizzare i migliori autori indipendenti in circolazione, offrendo loro spazi espositivi gratuiti.
Artrooms adesso giunge alla sua quarta edizione con la call for artists 2018. A noi di DAO Content il compito di realizzare la piattaforma che si occuperà di raccogliere le candidature provenienti dagli artisti in concorso.
Abbiamo raggiunto la ‘mente’ di Artrooms, Cristina Cellini Antonini, per farci raccontare qualcosa di questo interessante e innovativo progetto.
 
La curatrice Cristina Cellini Antonini insieme a Francesco Fanelli e Chiara Canal

Raccontaci un po’ di te e come ti sei avvicinata al mondo dell’arte?
Da italiani, l’arte è qualcosa che abbiamo nel DNA, ancora di più forse da romana, ho avuto la fortuna di crescere circondata dall’arte e dall’amore

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Blog: 4 segreti per scrivere un post di successo

Sarebbe bello scrivere tutti i giorni un post di successo, ma chi adotta una strategia di content marketing si accorge sin dai primi tempi che alcuni post hanno più seguito di altri. Le variabili e le motivazioni possono essere tante, ma sembra proprio che solo un post su cinque ce la faccia.
Alle volte l’odore di fallimento possiamo respirarlo già nella fase di ideazione dei contributi perché non siamo sufficientemente convinti di quello di cui andremo a parlare. O magari in una fase successiva, quando ci rendiamo conto che quello che era interessante per noi non era altrettanto interessante per il nostro pubblico. E Google Analytics ce lo farà notare impietosamente.
Tanti fattori concorrono a determinare un modesto risultato di un post: talvolta siamo stati affrettati, incerti dei nostri obiettivi, o semplicemente indecisi su quello che il nostro target desidera. Altre volte forse non abbiamo avuto sufficienti argomentazioni o conoscenza del tema. Tutte queste variabili possono

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Content marketing multicanale per portare traffico di qualità e lead a Michelin Days

Michelin Days, la nuova iniziativa della Guida Michelin dedicata alle offerte esclusive – pranzi e cene in ristoranti stellati e soggiorni in hotel di alto livello a prezzi scontati solo per gli iscritti – ha bisogno di farsi conoscere e soprattutto di ottenere visite e registrazioni al sito dedicato. Per riuscirci ha scelto di rivolgersi a DAO Content, che ha risposto mettendo in campo una strategia di content marketing, integrata e multicanale, accompagnata da comunicazione sui social e campagne di web marketing rivolte al pubblico-target.
Il pubblico di riferimento
La scelta della multicanalità nasce dall’esigenza di coinvolgere una platea di qualità quanto più ampia possibile e dagli interessi variegati: appassionati gourmet, viaggiatori buongustai, operatori del canale HORECA, addetti ai lavori e giornalisti, nonché semplici curiosi. Ovvero tutte quelle categorie che, per passione, professione o entrambe le cose, sono interessate ad aggiornarsi riguardo a novità, tendenze e personaggi del mondo dell’alta cucina.
La content strategy, volta a promuovere

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Come funziona l’algoritmo di Instagram: i 7 fattori chiave

Il nuovo algoritmo di Instagram ha compiuto già un anno di rodaggio, ma tutt’ora rimangono molti dubbi su come effettivamente funzioni. Come già saprete, nella primavera nel 2016 fu lanciata la prima sperimentazione su larga scala di un feed organizzato secondo un ordine di rilevanza dei contenuti, invece di quello cronologico.
È stato accolto all’esordio con un certo smarrimento misto a frustrazione da molti utenti e brand, in quanto Instagram con l’adozione del nuovo algoritmo diventava sempre più simile al “fratello maggiore”, Facebook, penalizzando la portata organica delle foto e dei video, con il chiaro intento di spingere verso le inserzioni e verso una maggiore permanenza sull’app.
Non sono mancate le proteste da parte degli utenti, con tanto di hashtag #RIPInstagram, e poi una corsa verso l’attivazione delle notifiche. Un po’ tutti erano d’accordo sul fatto che con questo nuovo feed la piattaforma avrebbe perso quella connotazione d’istantaneità che l’aveva da sempre caratterizzata. Ma dall’altro lato si

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Le sei migliori risorse per risolvere il blocco dello scrittore

Il blocco dello scrittore (o del copy, nel nostro caso) è una brutta bestia. Si rischia di fissare lo schermo bianco per un pomeriggio senza che ne esca qualcosa che abbia un senso compiuto.
Alcune volte non c’è l’idea di partenza, altre volte c’è ma è ancora troppo vaga. Oppure ci si incaponisce sull’attacco del pezzo non riuscendo ad andare oltre le prime tre righe. In altri casi ancora si ha in mente l’attacco ma non si è in grado di dargli respiro con un adeguato sviluppo. Altre volte a mancare è il titolo. Prima o poi capita a tutti, ma è facile uscirne.
Spesso si tende a credere che pubblicare regolarmente alla fine prosciughi le energie creative, come se gli argomenti fossero dei pozzi ad esaurimento. In realtà dovrebbe essere il contrario: più posti contenuti rilevanti per i lettori, più hai voglia e ispirazione per affrontare tutte le sfumature che un topic si

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Hashtag migliori su Instagram, ecco i segreti per trovarli

Individuare gli hashtag migliori su Instagram non è così scontato. Ma è fondamentale per usarlo nella maniera più proficua. Ancor di più in un momento in la sua crescita appare inarrestabile. La piattaforma creata da Kevin Systrom e Mike Krieger nel lontano 2010, infatti, ha appena sfondato la quota 700 milioni di utenti. Uno sviluppo talmente veloce e massiccio che il New York Times si è lasciato andare a previsioni di un futuro ancor più roseo:  “Instagram sarà il nuovo Facebook”.
Vi offro questi numeri perché per un privato o un’azienda interfacciarsi con questa vetrina è diventato quasi un obbligo. Non tanto per vendere “a freddo” su Instagram (questo accade solo per pochissimi brand molto affermati anche offline), quanto perché farsi conoscere attraverso le immagini e creare una community è un’ottimo preludio al business vero e proprio.
Oggi vi rileverò qualche trucco per sviluppare una corretta strategia di esposizione, per fare in modo che i

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Facebook Spaces e realtà aumentata: le scommesse di Zuckerberg

Vi ricordate la scena di Mark Zuckerberg che entrava nella platea gremita del Mobile World Congress di Barcellona del 2016? Tutti i giornalisti e accreditati indossavano visori Gear VR, creando un effetto che a qualcuno ha fatto sovvenire a tanti qualche distopia in stile “Black Mirror”.
 

 
Quel giorno Mr. Zuckerberg aveva annunciato che una divisione interna del colosso di Menlo Park avrebbe lavorato su una versione virtuale del social network. Adesso il prodotto di quel team è giunto a maturazione.
Il CEO direttamente dal palco della F8, la conferenza dedicata agli sviluppatori di Facebook a San Jose (California) ha annunciato il lancio di Facebook Spaces, un’applicazione per la realtà virtuale che sarà disponibile fin da subito in versione beta sull’Oculus Rift, il visore VR di Facebook. Ma le novità non finiscono qui.
 
Messenger, sempre più al servizio delle aziende
Nato come servizio accessorio a Facebook, soprattutto per agevolare la messaggistica e inizialmente porsi in concorrenza con

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Come impostare un tono di voce per rendere riconoscibile il tuo brand

Le parole sono importanti, ma è il “come” si propongono a fare la differenza. L’efficacia, la credibilità, la forza, la memorabilità, e perfino l’interpretazione di un messaggio dipendono in gran parte da quello che si chiama “tono di voce”.
Nella comunicazione di un brand è l’equivalente di un timone per una nave: una variazione di pochi gradi potrà farvi imboccare una rotta completamente diversa.
Impostare un determinato registro narrativo serve a creare coerenza con la costruzione di una brand identity, ma serve anche a scegliere il pubblico di riferimento. Ecco perché la scelta di un certo stile comunicativo è presuppone l’aver preliminarmente risposto a due domande: chi siamo e chi è il nostro cliente ideale. Non è detto che questa consapevolezza ci sia sin dall’inizio, ma è bene lavorarci sin da subito proprio per impostare una comunicazione coerente a tutti i livelli: dalle mailing-list sino ai contenuti di un blog per finire ai social network e alla pubblicità tradizionale.
 
Il

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L’economia dell’attenzione e il futuro del content marketing

L’attenzione umana mai come ora è diventata una risorsa scarsa, a tal punto che oggi si parla di economia dell’attenzione. Pensiamoci: ogni giorno social media, tv, radio, giornali ci sparano addosso una quantità di informazioni inimmaginabile sino a vent’anni fa. Tutte queste fonti battagliano per un minuto del nostro sguardo. Uno sguardo che, però, sarà inevitabilmente superficiale e spietato nel surfare in questo overload informativo.
 

 
Laddove c’è un’inflazione informativa la nostra capacità di acquisire ed interpretare nuovi input si riduce, così come la nostra capacità di attenzione sul singolo contenuto.
Qualche settimana fa guardavo una vignetta di Tom Fishburn che ironizzava proprio su questo overload in ambito content marketing. Stiamo effettivamente producendo più contenuti di quelli che la nostra audience di riferimento possa consumare. E siamo caduti anche noi nel paradosso della vignetta, cioè scriverci sopra un ulteriore contenuto.
 
Overload di content marketing

L’economia dell’attenzione e i contenuti liquidi
La sfida che ci pone un’epoca in

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Contenuti autocelebrativi: perché sono un errore nel content marketing

Sono tramontati i tempi dei siti aziendali statici in cui potevano trovar spazio solo banner con offerte esclusive e contenuti autocelebrativi come “Siamo i migliori del settore” oppure “Fidati dei numeri uno”. Il trend è cambiato perché il content marketing, e più in generale l’inbound marketing, ha cominciato a prender piede sovvertendo l’ordine delle cose. Adesso non è più il libero professionista o l’azienda che va a cercare i suoi clienti, ma sono i clienti che cercano i brand.
Anche i rapporti sono cambiati, semplicemente perché adesso aziende e singoli professionisti puntano a costruire un canale diretto con il cliente. E il cliente contento non mancherà di diventare cassa di risonanza per la diffusione e la promozione della qualità dei servizi/prodotti offerti. La web reputation è quello che un tempo era il passaparola nelle piazze o nei salotti, con il vantaggio (o il peso) non trascurabile di poter essere tracciata, quantificata ed analizzata.
 
Contenuti autocelebrativi, sempre da evitare

 
La reputazione

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