Oval Money e Satispay si impegnano per lo sviluppo

Le startup fintech vanno alla grande: nuovi metodi di pagamento, più sicuri sistemi di risparmio, soluzioni pratiche e di valore per chi ha un occhio attento al proprio portafogli.
Una delle startup del settore più in vista del momento è sicuramente Satispay, una app gratuita che, installata su iOS, Android o Windows Phone, permette di pagare comodamente tramite il proprio smartphone senza costi aggiuntivi.
Ebbene, proprio Satispay ha risposto alla chiamata alla solidarietà di Oval Money, altra startup fintech, che grazie ad un’app aiuta a tenere il controllo delle spese, risparmiare e accumulare denaro.
Il progetto a favore di Action Aid
Proprio grazie a Oval Money e Action Aid i clienti delle due giovanissime realtà dall’11 al 31 dicembre potranno fare una donazione ad Action Aid per contribuire al progetto “Una scuola per tutti” per la costruzione, l’ampliamento e la messa in sicurezza delle scuole in diversi villaggi del Myanmar.
Per spingere i suoi

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PNI 2017: i vincitori della XV edizione e le loro idee innovative

Al termine di due giorni intensi di presentazioni e pitch, la più grande business plan competition d’Italia a mettere in rete ricerca, impresa e finanza ha decretato i suoi vincitori. La finale del PNI 2017, svoltasi gli scorsi 30 Novembre e 1° Dicembre per la sua XV edizione, ha visto vincitore assoluto la Ocore, startup siciliana che ha studiato una nuova tecnologia di stampa robotica 3D.
Il riconoscimento, istituito nel 2003 dall’Associazione Italiani degli Incubatori Universitari-PNICube, è stato conferito a Napoli presso l’Università Federico II, promotrice dell’iniziativa insieme a Campania New Steel.
In sole 48 ore si sono messe in campo le idee provenienti dalle 65 migliori startup finaliste – che hanno partecipato e vinto le 17 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono 46 università e incubatori associati, oltre a numerose istituzioni, a cui sono arrivati ben 2.768 neoimprenditori, per un totale di 1.031 idee d’impresa e 531 business plan presentati.
A giudicare le

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La giusta marcia per la digital transformation

Siamo nell’era dei big data, delle blockchain, delle monete virtuali e della digital transformation e anche le imprese italiane stanno riorganizzando le proprie forze per far fronte alla crescente domanda di innovazione.
Superata la crisi, l’Italia ha scoperto di essere tuttora il settimo paese industriale, con una quota stabile al 2,3% del valore aggiunto mondiale e il secondo paese in Europa dopo la Germania.
Tuttavia navigare in una corrente sempre più forte che va verso il futuro e la trasformazione radicale dell’industria manifatturiera così come dei consumi e delle esigenze dei consumatori, è sempre più difficile e richiede energie e ampiezza di vedute non indifferenti.
Il CsC nel suo rapporto sugli scenari industriali, mostra come l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto tra i 2010 e il 2012 è associata ad una più importante crescita economica nei tre anni successivi, dimostrata sia in termini di fatturato (+25,7% rispetto alle imprese non innovatrici),

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Innovazione e imprese italiane

Le imprese italiane guardano con sempre maggiore interesse all’innovazione, ritenuta ormai punto cardine di qualsiasi strategia o piano di crescita e sviluppo.
A dimostrare questo crescente impegno c’è l’aumento stimato tra l’1,8% e l’1,9% del budget che il 36% delle aziende italiane dedicheranno all’ICT nel 2018, con particolare interesse per Big Data Analytics, Dematerializzazione e sistemi ERP.
Questi dati sono stati rilevati dalla ricerca degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno dal titolo “Corporate Entrepreneurship e Open Innovation: innovare con un occhio alle startup!”.
Sono stati intervistati più di 270 tra Chief Innovation Officer e Chief information Officer italiani per fotografare lo stato dell’innovazione nel nostro Paese.
Come la digital transformation influisce sull’innovazione
Con lo sviluppo delle tecnologie digitali, si sta trasformando anche il modo in cui le imprese adottano e costruiscono modelli di collaborazione più nuovi e agili, sfruttano soprattutto l’Open Innovation e la

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A caccia di competenze digitali? Ci pensa il cubo di Besourcer

Secondo un recente studio de Il Sole 24 Ore, i ragazzi italiani laureati sono pochi e molto spesso faticano a trovare lavoro perché formati secondo percorsi “non spendibili”. Tanti non sono adeguatamente preparati, specie quando si parla di competenze digitali, mentre una percentuale rilevante di giovani (67%) sbaglia a priori la scelta del corso universitario.
Il percorso di orientamento che precede l’iscrizione all’Università, perciò, diventa di fondamentale importanza per riuscire a indirizzare la propria carriera in maniera adeguata agli interessi ed ai talenti che si possiedono.
Ma non basta. La scarsa o inadeguata preparazione dei giovani laureati è un fenomeno che si ripercuote anche sulle aziende europee, che ormai da cinque anni a questa parte faticano non poco a trovare professionisti che possiedano le competenze digitali e tecniche richieste.
Se si pensa, invece, che dall’altra parte dell’oceano le grandi aziende tech creano ogni giorno hub di formazione per i propri dipendenti e hanno

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I vincitori del Digital X Factory

“Digital X Factory”, la call for innovation lanciata da Ansaldo Energia in collaborazione con Digital Magics EnergyTech, si è conclusa venerdì 1 dicembre, a Genova, e ha premiato il pitch di Smart Track, startup che ha presentato un innovativa proposta in ambito smart safety.
La call, lanciata lo scorso novembre, era rivolta sia alle startup che alle PMI innovative italiane che fossero in grado di progettare e realizzare soluzioni tecnologiche molto avanzate che si applichino ai processi produttivi in modo da renderli più efficienti sotto diversi punti di vista.
Ansaldo Energia ha lanciato la competizione per individuare team e progetti che la accompagnino e la supportino nella realizzazione del Lightouse Plant, uno sistema di impianti produttivi da realizzare ex novo oppure rivisitando profondamente i sistemi già esistenti in linea con il piano nazionale dedicato a Industria 4.0 per cui sono previsti 70 milioni di investimenti privati e 170milioni di investimenti pubblici.
I vincitori

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Arriva il Bonus pubblicità 2018: vantaggi per startup e pmi

Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018, spiccano senz’altro le detrazioni fiscali previste per chi acquista spazi pubblicitari. È una delle novità fiscali previste dalla manovra bis, il dl 50/2017, la cui legge di conversione è stata approvata in via definitiva dal Senato. Le misure agevolative del bonus pubblicità riguardano tutti coloro che investiranno in campagne di advertising su Tv oltre che su radio e giornali, analogici e online.
Le detrazioni spettanti sono al 75% per tutti i contribuenti, mentre al 90% per startup, microimprese e pmi.
Di sicuro si tratta di un incentivo estremamente valido per la comunicazione ed il marketing, perché va – da un lato – a stimolare gli investimenti dell’imprenditoria, mentre dall’altro a dare una scossa al settore editoriale, nel tentativo di risollevarlo da una crisi che lo attraversa da circa un decennio. Dal “Rapporto sull’industria italiana dei quotidiani”, infatti, risulta che solo nel biennio 2015-2016

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Content marketing vs pubblicità: vince il primo e continua a crescere [ricerca PQ Media]

Che il content marketing stia conquistando un posto di assouto rilievo nelle strategie di comunicazione e promozione delle aziende è un fatto acquisito e incontrovertibile, così come è ormai dimostrato da diverse rilevazioni che abbia superato la pubblicità tradizionale in termini di ricavi. E le previsioni lo vedono ancora in forte ascesa.
Una delle ultime ricerche in proposito è la “Global Content Marketing Forecast 2017“, a cura di PQ Media e pubblicata su MarketingCharts lo scorso agosto, che prevede ricavi in crescita a livello globale di oltre il 14% fino al 2021. La rilevazione è stata condotta su aziende specializzate nella creazione di contenuti (sono escluse le attività gestite internamente dai brand e le attività di Digital PR esterne).
Il 2016 ha visto salire i ricavi del content marketing nel mondo del 14,4%, tasso simile nel 2017 che porterà i ricavi totali a fine anno a 28 miliardi di dollari, con una proiezione di crescita del 14,6% che farebbe raggiungere i 32,1

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Dove avviare una startup? La classifica dei 20 posti migliori al mondo

Ogni anno la Startup Genome – organizzazione fondata nel 2010 e che si occupa di ricerca e analisi dei dati per supportare gli ecosistemi locali – realizza il Global Startup Ecosystem Report, ovvero un rapporto che permette di ottenere una fotografia dettagliata degli ecosistemi principali per le startup, diffusi in tutto il mondo. Nell’edizione del 2017, è possibile ritrovare la classifica dei 20 luoghi nei quali avviare una startup si rivela di sicuro successo, realizzata a partire da una serie di fattori che potessero fornire un quadro più che esaustivo della situazione.
Anzitutto, uno dei fattori chiave presi in esame è stata la possibilità, per le startup, di raggiungere i mercati di tutto il globo, di essere connessi con altri imprenditori, nonché il poter accedere alle innovazioni ed ai talenti. Da questo, è nata una vera e propria mappa con i flussi, in cui i nodi principali si sono individuati nella

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Giovani e innovazione: la formazione è insufficiente

L’innovazione evolve in modo vorticoso: le nuove tecnologie, i mezzi di comunicazione, la digitalizzazione ci portano a vivere tempi di cambiamenti frenetici a cui certe istituzioni del “vecchio mondo” fanno fatica ad adeguarsi.In prima fila, tra queste, purtroppo c’è l’Università.
Secondo il sondaggio condotto dal team di Innovation Camp e promosso da Samsung Electronics Italia, in collaborazione con Randstad e Università Cattolica di Milano, il 46% dei ragazzi italiani è pronto ad affermare che la propria formazione universitaria non è adeguata per proiettarli in modo corretto e costruttivo in una carriera professionale in un mondo sempre più digitalizzato.
Rispetto, appunto, al mondo digitale, il 48% dei giovani tra i 18 e i 30 anni del Belpaese considera sufficiente la preparazione ricevuta tra i banchi degli atenei mentro solo il 6% dimostra di essere veramente entusiasta dei livelli di innovazione integrati nelle università italiane.
Secondo i ragazzi coinvolti nel sondaggio, le aziende valutano

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Tre parole chiave del growth hacker

Si sente sempre più parlare di growth hacking, ma cos’è esattamente questa tecnica che promette di far crescere le startup grazie al marketing e far fiorire il loro business?
Iniziamo dal principio: nel 2010 Sean Ellis, fondatore della community growthhackers.com, ha coniato per primo il termine growth hacking per definire l’insieme di tecniche e strategie di web marketing che mirano all’acquisizione degli utenti per trasformarli in clienti e far crescere il business di un’impresa.
Le tecniche di growth hacking sfruttano tutte le potenzialità offerte dalla rete in termini di individuazione del target e delle abitudini di comportamento degli utenti, di analisi dei dati e di ottimizzazione delle azioni di marketing online.
Proprio per la rapida crescita in termini di utenti che di solito ottengono, tali tecniche sono particolarmente adatte alle startup, ma ovviamente funzionano molto bene per tutte le imprese.
I growth hackers, dunque, sono professionisti il cui unico obiettivo è la crescita dei

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