Intelligenza artificiale: i lavori a prova di futuro

Una recente ricerca di Accenture svela quali le nuove figure lavorative che nasceranno grazie all’intelligenza artificiale. I nuovi lavori a prova di futuro insomma. Non si tratta di ruoli che sostituiscono i lavori precedenti, ma di mansioni «nuove e che richiedono abilità e formazione senza precedenti». Magari si tratta di figure che al momento non esistono, ma che potrebbero diffondersi a ritmo sempre più intenso. Il cuore di questa trasformazione saranno gli algoritmi, i procedimenti automatici, ma anche competenze legate al controllo di azioni e messaggi veicolati dalle tecnologie.
I 3 principali settori del futuro

I Trainers
Sono coloro che saranno chiamati a istruire gli algoritmi su come eseguire i propri compiti, spingendosi oltre la meccanicità delle funzioni di base. Ecco quindi che le imprese potranno aver bisogno di specialisti in grado di far capire ai bot le sfumature e il significato non letterale delle frasi o insegnare alle macchine a imitare i comportamenti dei

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Innovazione: tre professioni del futuro

Stiamo vivendo in un’epoca di grandi cambiamenti, che alcuni hanno paragonato addirittura alla seconda rivoluzione industriale, e che ci sta portando a sviluppare nuove competenze e a creare professioni innovative, che vadano incontro alle costantemente mutevoli esigenze del mercato.
In questo scenario in cui l’adattabilità al cambiamento è essenziale, ci rendiamo sempre più conto di come anche le professioni “tradizionali” si stiano profondamente riformando: pensiamo, ad esempio, al mondo della comunicazione ma anche a quello dell’industria.
Accanto a professioni evolute, però, ne troviamo di altre, completamente nuove, che vanno creandosi, evolvendo e mutando rapidamente, tanto da rendere difficile una loro corretta classificazione e descrizione, anche dal punto di vista normativo.
Tuttavia, osservando i trend presenti, si possono azzardare previsioni su quali potrebbero essere le professioni più interessanti dei prossimi anni nel settore dell’innovazione.
Big data analyst
I big data sono un tema caldo ormai da tempo. La corsa alla raccolta, alla conservazione e allo sfruttamento

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Malta: la nuova meta ideale per le startup europee

C’è una nuova destinazione a cui guardare per le startup europee: Malta. L’isola negli ultimi 15 anni ha infatti compiuto un salto di qualità significativo nello sviluppo delle startup, degli acceleratori e degli incubatori, arrivando a poter competere con città come Londra o Berlino. Una condizione nuova e anche inaspettata per la piccola isola, che è il risultato di una serie di motivi.
I motivi dietro il risultato
L’isola è riuscita negli ultimi anni a costruire un sistema di e-government tra i più funzionali in Europa e conseguentemente un’ottima infrastruttura di Information Communication Technology, supportata da una forza lavoro dotata delle giuste competenze tecniche. Inoltre la presenza di entità che si propongono di aiutare e supportare le startup costituisce un ulteriore punto a favore. Il report annuale “Global Startup Ecosystem” classifica l’isola addirittura come uno degli ambienti più stimolanti. Di fatti il 62% delle startup fondate a Malta raggiungono il mercato internazionale

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Economia digitale: startup innovative in crescita

I numeri parlano chiaro, startup innovative in crescita nel nostro paese. Secondo StartupItalia, al 31 luglio 2017 il numero di startup innovative in Italia iscritte alla sezione speciale del registro delle Imprese è di 7.568. In un solo mese sono state aperte 174 nuove imprese.
Dove crescono le startup innovative
La Lombardia rimane sempre in testa alla classifica delle startup innovative in crescita (1.744), ma è la Campania a rivelarsi una sorpresa e con i suoi numeri diventa la regione capofila del Mezzogiorno con 569 imprese. Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna con 823, segue il Lazio con 735  startup innovative e il Veneto con 645. Proseguendo nella classifica, troviamo il Piemonte (415), Sicilia (380), Toscana (352), Marche (349), Puglia (291), Trentino Alto Adige (218), Abruzzo (183), Friuli Venezia Giulia (176), Calabria (174), Sardegna (153), Liguria (137) e Umbria (126). In coda alla classifica si posizionano la Basilicata con 57 startup innovative,

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