A caccia di competenze digitali? Ci pensa il cubo di Besourcer

Secondo un recente studio de Il Sole 24 Ore, i ragazzi italiani laureati sono pochi e molto spesso faticano a trovare lavoro perché formati secondo percorsi “non spendibili”. Tanti non sono adeguatamente preparati, specie quando si parla di competenze digitali, mentre una percentuale rilevante di giovani (67%) sbaglia a priori la scelta del corso universitario.
Il percorso di orientamento che precede l’iscrizione all’Università, perciò, diventa di fondamentale importanza per riuscire a indirizzare la propria carriera in maniera adeguata agli interessi ed ai talenti che si possiedono.
Ma non basta. La scarsa o inadeguata preparazione dei giovani laureati è un fenomeno che si ripercuote anche sulle aziende europee, che ormai da cinque anni a questa parte faticano non poco a trovare professionisti che possiedano le competenze digitali e tecniche richieste.
Se si pensa, invece, che dall’altra parte dell’oceano le grandi aziende tech creano ogni giorno hub di formazione per i propri dipendenti e hanno

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Giovani e innovazione: la formazione è insufficiente

L’innovazione evolve in modo vorticoso: le nuove tecnologie, i mezzi di comunicazione, la digitalizzazione ci portano a vivere tempi di cambiamenti frenetici a cui certe istituzioni del “vecchio mondo” fanno fatica ad adeguarsi.In prima fila, tra queste, purtroppo c’è l’Università.
Secondo il sondaggio condotto dal team di Innovation Camp e promosso da Samsung Electronics Italia, in collaborazione con Randstad e Università Cattolica di Milano, il 46% dei ragazzi italiani è pronto ad affermare che la propria formazione universitaria non è adeguata per proiettarli in modo corretto e costruttivo in una carriera professionale in un mondo sempre più digitalizzato.
Rispetto, appunto, al mondo digitale, il 48% dei giovani tra i 18 e i 30 anni del Belpaese considera sufficiente la preparazione ricevuta tra i banchi degli atenei mentro solo il 6% dimostra di essere veramente entusiasta dei livelli di innovazione integrati nelle università italiane.
Secondo i ragazzi coinvolti nel sondaggio, le aziende valutano

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Un hackathon globale, lanciato da Accenture, ha premiato i talenti digitali

Si è concluso da pochi giorni il primo Connected Digital Hackathon globale voluto da Accenture, in collaborazione con Expo 2020 Dubai, per mettere in campo idee e progetti di giovanissimi talenti in grado di migliorare le condizioni di vita delle persone, specialmente nelle città.
Una sfida di 24 ore che ha visto coinvolte, in tutto il mondo, un totale di 11 città: Londra, Singapore, Chicago, Dubai, Bangalore, Istanbul, Roma, Manila, Città del Messico, Monterrey e Shangai. In ciascuna di esse molti giovani talenti – laureati e laureandi, giovani imprenditori e startup con competenze specifiche in sviluppo tecnologico, design e marketing – si sono messi alla prova per realizzare soluzioni per rendere più vivibile e sostenibile l’ambiente urbano.
Secondo uno studio della Banca Mondiale, la popolazione mondiale residente nei centri urbani è pari al 54%, rispetto al 30% del 1950. La crescente urbanizzazione, quindi, porta a dover ripensare gli ambienti nei quali le

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Fashion revolution: come il digitale cambia la moda

E’ forse davvero una “rivoluzione” quella che sta interessando il mondo del fashion: il digitale cambia la moda in moltissime sue sfaccettature e lo rende un settore sempre più accattivante per le startup e i giovani. In particolare si cercano clienti, partner e finanziamenti per crescere e fare strada. Dal servizio di alta sartoria a domicilio al noleggio online di abiti e accessori, dal tessuto innovativo ecosostenibile e anallergico al sito web che crea nuove tendenze; sono davvero numerose le startup della moda avviate e gestite da giovani imprenditori e innovatori di talento.
4 piccole storie di come il digitale cambia la moda
Si chiama Icast ed è la prima piattaforma di casting online per modelle rivolta agli operatori del settore. In 5 giorni si riesce a fare una selezione e a snellire il processo. Dopo il debutto parigino, la startup punta a diffondersi anche nelle altre capitali della moda.
Nel 2015 l’azienda

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