Le startup non superano i 5 anni, pochi investimenti

Il numero delle imprese innovative italiane continua a crescere, ma le neo imprese fanno fatica a stabilizzarsi sul mercato e gli investimenti per le startup non sono all’altezza
Sono più di 7000 mila le startup italiane, l’11% in più rispetto allo scorso anno, secondo quanto rilevato dallo studio “Startup in Italia: mercato, valutazioni ed exit” realizzato da AIAF, Associazione italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari e presentato al Luiss Enlabs di Roma.
Il 175quaderno frutto del gruppo di lavoro dell’Associazione, mette in luce dati interessanti: il settore delle imprese innovative nel nostro Paese, conto più di 35mila addetti, per la maggior parte imprenditori o professionisti del mondo ICT.a
I dati finanziari sono un po’ più preoccupanti: alla fine del 2016 il comparto startup italiane nel suo complesso, registrava ricavi annui medi per impresa pari a 133mila euro, un Ebitda, cioè il margine operativo lordo, calcolato prima che l’impresa onori il pagamento di interessi,

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Innovazione digitale: 100 milioni di growITup

Nuove opportunità per la digital transformation. L’annuncio è del 29 giugno scorso: in arrivo un fondo di 100 milioni per finanziare l’innovazione digitale delle startup italiane. Si conclude così un percorso iniziato un anno fa ed entra ufficialmente nella fase due growITp, la piattaforma nata grazie alla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Microsoft. L’iniezione di capitale ha l’obiettivo di far nascere e crescere da qui a 10 anni un sostanzioso numero di imprese.
Fase due
Dopo un primo anno positivo, la seconda fase della piattaforma punta ancora alla crescita, in modo che il volume complessivo di investimenti del settore arrivi entro il 2020 al miliardo di euro. I settori su cui ci si concentrerà sono sette: Agro-Food, Energy and Environment, Fintech and Insurtech, Manifacturing 4.0, Italian Experience (culture, tourism and entertainment), Fashion and Design, Modern Wellbeing. Si tratta di settori in cui il Made In Italy costituisce un valore aggiunto, ma che

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Toscana: 33milioni per gli investimenti delle imprese

Per il triennio 2017-2019 la regione Toscana mette a disposizione quasi 33 milioni di euro per promuovere gli investimenti delle imprese. Si tratta di una dotazione complessiva sotto forma di microcredito e fondo rotativo e i destinatari sono sia i liberi professionisti, sia le MPMI che lavorano nei settori industriale manifatturiero, nell’artigianato, nel turismo, nel terziario e in campo culturale. In particolare, sono stati stanziati 22,8 milioni di euro per il fondo rotativo e 10 per il microcredito.
Obiettivi
Lo scopo principale della manovra è sostenere e incrementare gli investimenti delle imprese in macchinari, impianti e beni intangibili, in linea con la strategia di specializzazione intelligente per la Toscana (RIS 3). In secondo luogo, l’azione è importante anche per incentivare gli investimenti indirizzati alla strategia nazionale e regionale di Industria 4.0.  L’intervento è quindi orientato a un rilancio complessivo del sistema produttivo toscano, con un’attenzione speciale verso le realtà più piccole, che

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Exit e opportunità di innovare

E’ da un po’ di tempo che mi confronto con il tema delle “exit” in ambito startup. E’ un tema che, a mio modo di vedere, necessità di una serie di riflessioni. In particolare sul ruolo delle exit nel processo di innovazione delle aziende italiane.

In poco meno di 15 giorni ho ascoltato due interventi molto interessanti che in maniera differente trattavano il tema dell’innovazione

Parto dall’ultimo intervento, quello del Professor Franco Mosconi (docente di Economia Industriale all’Università di Parma) al Meeting Nazionale Federmanager Giovani. Trattando delle tema dell’innovazione nelle aziende italiane medio-grandi sostiene giustamente che le aziende devono compiere un processo diviso in due step:

  1. l’azienda si deve dotare di un management molto attento all’innovazione e all’industria 4.0 (anche se come dicono i dati, in Italia gli imprenditori hanno spesso “difficoltà” a dotarsi di un management a differenza di quello che succede ad esempio in Germania)
  2. l’azienda deve investire molto per spingere sulla formazione, sui processi, sulla ricerca e sviluppo in modo tale che l’innovazione arrivi dall’interno dell’azienda stessa

Il primo intervento invece è stato quello di Mario Mariani, ex AD di Tiscali e partner del fondo United Ventures (fondo che investe in startup ad alta scalabilità), al Convegno “Industry 4.0: Implication for Management” organizzato da AMMISA presso la Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa. Parlando del tema delle startup e delle exit ha sostenuto quanto sia importante per una startup pensare ad una exit che non sia però necessariamente quella raccontata dallo storytelling della Silicon Valley, ad esempio una vendita miliardaria o una quotazione in borsa (anche perché la percentuale di casi di questo genere di exit è in diminuzione). A maggior ragione in un tessuto economico come quello italiano fatto per la maggior parte da aziende medie che hanno una forte necessità di innovare.

Moltissime startup creano innovazione, producono valore e generano talenti. Moltissime startup avrebbero bisogno di un partner industriale o di un investimento da parte di una media o grande azienda per supportare la crescita e permettere alla stessa startup di strutturarsi e continuare il processo di innovazione.

Ed è qua che le due tesi a mio modo di vedere si incontrano.

Va benissimo l’innovazione dall’interno dell’azienda ma penso che ci sia bisogno di un dialogo più frequente ed una relazione più stretta tra le aziende italiane e il mondo delle startup e dell’innovazione.

Questo richiede sicuramente la presenza di imprenditori e di manager molto attenti e aperti al confronto. Richiede in generale molta preparazione e competenza. Dall’altra parte ci vuole tanta attenzione nella selezione delle idee, dei progetti e dei team. E, nella fase di accompagnamento alla crescita della startup, si dovrebbe capire quali di queste realtà posso diventare una società quotata in borsa (rarissime) e quali di queste invece possono diventare parte di realtà più grosse portando valore umano, valore economico e valore in fatto di innovazione (tantissime).

Credo che questa possa essere una via per portare il mondo delle startup italiano verso un periodo nuovo e più felice. Un periodo fatto di concretezza e di creazione di valore.

Penso che allo stesso tempo questa via possa aiutare le piccole, medie e grandi aziende a fare innovazione, accompagnando il processo interno di ricerca e sviluppo.

Può essere un rapporto win-win grazie al quale tutti gli attori in gioco posso offrire valore e ottenere valore. Quindi perché non puntare convinti verso questa direzione?

Hello world, MarcoMelis’blog!

E’ da tanto tempo che ho in mente di mettere in piedi un blog personale e iniziare a scrivere in maniera regolare quello che faccio e le riflessioni che ne scaturiscono.

Non è mai semplice iniziare. E’ difficile passare dal “lo vorrei fare” al “mi siedo e lo faccio”. A me piacciono molto le persone “che fanno” e molto meno quelle “che dicono”. Mi guardo intorno e vedo tantissime persone che parlano parlano parlano ma che poi nella sostanza fanno poco. Ecco, io non vorrei essere una di quelle persone. E quindi, spinto da questo pensiero, ho finalmente fatto il salto verso il “mi siedo e lo faccio”.

Quello che vedete è il primo risultato, ancora molto scarno lo so, ma finalmente “sono online“. Ciao mondo!

Quali temi tratterò?

Il blog avrà come tema l’innovazione, l’imprenditorialità e il fare startup. Vorrei poter riportare sul blog quello che faccio e che vedo nella mia vita professionale e accompagnarlo da riflessioni, analisi, informazioni ed eventualmente consigli.

Parlerò sicuramente delle startup di cui sono founder, cercherò di raccontare la vita degli startupper e dei collaboratori, il lavoro e le sensazioni che si provano, i successi e gli insuccessi, i problemi e le soluzioni.

Parlerò delle startup sulle quali investo, il ruolo di investitore e consulente è molto diverso da quello di founder, le dinamiche sono diverse, le situazioni anche. Credo sia interessante capire come poter supportare la crescita di una startup di cui non si è founder.

Parlerò tanto di digital marketing, di branding, di prodotto ovviamente con una particolare attenzione al mondo dell’innovazione e, tanto per cambiare, delle startup.

Parlerò di editoria digitale, una mia passione, e cercherò di raccontare cosa vuol dire fare innovazione in Italia nel mondo in continua evoluzione dell’editoria.

Come tutte le persone che aprono un blog, anche io parto con buonissimi propositi: voglio scrivere regolarmente, quotidianamente, più volte al giorno, prima e dopo i pasti etc. Ovviamente non credo di mantenerli tutti. Ma sicuramente scriverò ogni volta che potrò, imponendomi anche un po’ di disciplina. Perché questo blog è un progetto a cui tengo particolarmente.

Insomma, parlerò tanto ma spero sia una chiacchierata interessante. Questo però me lo dovrete dire voi.

Beh, che le danze abbiano inizio! Stay tuned!