Fare startup nel mondo dell’editoria digitale: vi presento DaoNews
Iniziamo con le presentazioni: eccovi DaoNews, startup innovativa che opera nel mondo dell’editoria digitale.
DaoNews è la prima startup che vi presento in questo blog, è la startup che occupa la maggior parte dei miei pensieri, quella sulla quale ho investito di più in fatto di tempo, denaro e nottate insonni.
Presentare questa startup mi permette anche di introdurre alcuni temi che riguardano l’editoria digitale, temi che diventeranno ricorrenti in questo blog.
L’idea di DaoNews nasce nel 2010 da un pensiero molto limpido e chiaro riguardo al mondo dell’informazione e alla trasformazione radicale che ci sarebbe stata con l’arrivo del digitale e di Internet. Il pensiero aveva come asse portante il concetto di qualità e, in particolare, la qualità dell’informazione e del contenuto.
In realtà il progetto è nato dal nulla, in un bar in riva al fiume e successivamente trasferitosi in un garage trasformato in “ufficio” dove l’ingrediente fondamentale era l’entusiasmo. Un garage di 20Mq dove stavamo in 8, sembra una sceneggiatura di un film sulle startup della Silicon Valley ma è semplicemente un pezzo di storia di questa azienda.
In quegli anni iniziavano a vedersi segnali di crisi dell’editoria preoccupanti: la pubblicità online non remunerava più come quella offline, le redazioni iniziavano ad essere sovra dimensionate, i modelli di editoria digitale erano in fase di evoluzione-rivoluzione.
I due segnali che più ci saltavano all’occhio erano:
- i giornalisti avevano sempre più difficoltà a trovare spazi per poter fare il loro lavoro serenamente e seriamente
- il livello di qualità dell’informazione tendeva ad abbassarsi vertiginosamente
Da questa osservazione nasce appunto l’idea di intraprendere questo viaggio e di pensare, progettare, sviluppare e lanciare un progetto che potesse risolvere alcuni di questi problemi.
Il problema principale era il modello di business che nel mondo dell’editoria non funzionava più, la pubblicità sul digitale non riusciva a sostenere i costi degli editori che avevano un’impostazione aziendale basata sul modello di editoria tradizionale. Inoltre il mezzo digitale imponeva alle redazioni un “ritmo” diverso, molto più veloce ed immediato, e un rapporto con il lettore radicalmente diverso.
I punti da analizzare erano (e sono anche oggi) tantissimi ed è per questo motivo che la via da seguire era quella più difficile: non potevamo progettare una semplice app o un semplice sito ma avevamo bisogno di immaginare un piccolo/grande ecosistema dell’informazione. Un ecosistema che, grazie alle sue dinamiche e caratteristiche, favorisse la crescita di tutti gli “attori” del mondo dell’informazione:
- blogger e giornalisti
- editori
- lettori
- inserzionisti
Lo so, lo so, progetto molto ambizioso, ma come vi ho detto prima… c’era tanto tanto entusiasmo nell’aria. L’ambizione comunque non è mai sparita, anzi, semmai si è rafforzata negli anni. Ora è un’ambizione più consapevole e lucida.
E’ interessante notare che ancora oggi i quesiti che riguardano l’informazione digitale sono apertissimi. In queste settimane il dibattito è molto vivace ed è focalizzato sul tema delle “fake news” e del ruolo che le piattaforme quali Facebook e Google hanno nella diffusione delle stesse. Ne parlano ad esempio Arianna Ciccone e Fabio Chiusi in un articolo pubblicato su Valigia Blu (“Le notizie false, Facebook e i media“). Consiglio inoltre di leggere un post veramente molto interessante di Luca De Biase “Qualità dell’informazione come progetto“ che pone l’attenzione proprio sul rapporto tra informazione e piattaforme, e in maniera indiretta, ma secondo me ancora più importante, sul rapporto tra modello di business e qualità dell’informazione.
Ed è proprio analizzando questo rapporto che DaoNews nei primi due anni e mezzo ha lavorato sul concetto di qualità e su algoritmi e dinamiche che legassero, detto in parole semplici, la remunerazione del contenuto alla qualità del contenuto di informazione.
Inoltre una domanda che Luca De Biase si pone nel suo post è “Può essere che Facebook riesca a risolvere il problema della circolazione delle bufale sul social network? O ci vorrà un approccio totalmente nuovo che non verrà mai in mente ai tecnici di Facebook?”. Ed è in qualche modo la domanda che ci siamo fatti anche noi quando abbiamo intrapreso il percorso di DaoNews: possono essere le piattaforme esistenti a trovare una soluzione ai vari problemi dell’editoria o ci vuole un progetto nuovo e che parta da una prospettiva diversa?
Ovviamente noi abbiamo scelto la seconda opzione ed è così che abbiamo iniziato a trasformare l’idea in un progetto.
Per ora mi fermo qui con il racconto, l’intenzione era di fare una piccola introduzione al progetto DaoNews. La storia però continua ed è ricca di spunti interessanti.
Avremo modo di tornarci a breve.