Influencer marketing: 5 trend da conoscere e qualche dritta per il 2018

L’influencer marketing è sempre più popolare nel mondo e, tra nuovi trend, qualche conferma e alcune insidie per i marketer meno avveduti, continuerà a crescere anche nel 2018.
Le ragioni di questo successo sono molteplici, ma le principali sono certamente la versatilità delle campagne (questo tipo di marketing funziona per ogni azienda in qualunque settore) e la natura non invasiva dei messaggi.
Ecco cosa aspettarsi nel corso del prossimo anno a livello di nuove tendenze. Adeguarsi in fretta e con qualche accorgimento può fare la differenza per una strategia vincente di influencer marketing.

1. Salirà la domanda e con essa i costi
Gli influencer sono sempre più richiesti per le campagne promozionali dei brand sui social media. E una maggiore domanda di ‘personalità influenti’ non potrà che far aumentare il valore dei loro servizi.
Mentre finora, molti influencer si accontentavano di ricevere da parte dei committenti campioni gratuiti o qualche altra forma di remunerazione (come servizi o viaggi), nel

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Il Digital Manager, professionista emblematico di questo momento storico. La parola a Raffaele Belli

L’ambito digital, oggi come oggi, non è più un bacino in cui tentare la fortuna: gli italiani online aumentano, di anno in anno, in maniera esponenziale e di conseguenza anche gli investimenti in pubblicità su web. La rete è quindi un mercato a sé , con le sue logiche e le sue strategie.
Ecco, allora, farsi strada la figura del Digital Manager, professionista che – grazie al suo lavoro – riesce a guidare la crescita del business aziendale trasformandone la strategia. E lo fa sfruttando il potenziale delle nuove tecnologie digitali, così da raggiungere il target dell’azienda esattamente nel luogo in cui trascorre buona parte del proprio tempo, ovvero online.
Il Digital Manager, perciò, unisce forti capacità manageriali a conoscenze specifiche delle tecnologie e degli strumenti digitali.
Abbiamo chiesto a Raffaele Belli, giovane Digital Manager che da circa 10 anni lavora per cercare nuove soluzioni strategiche nel digitale, di raccontarci la sua esperienza

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Italian Angels for Growth compie 10 anni e raggiunge i 20 milioni investiti

Il più grande network italiano di business angel ha raggiunto nel 2017 i dieci anni di attività: si tratta di Italian Angels for Growth (IAG) che, dal bilancio del decennio, risulta avere investito più di 20 milioni di euro, riuscendo a finanziare e sostenere 40 startup.
Le idee d’impresa esaminate, durante questo periodo, sono state 3.500 e gli startupper incontrati dai soci di IAG più di 800. Tra questi, dopo attenta valutazione, sono state poi selezionate le 40 startup effettivamente finanziate, che hanno avuto la capacità di attirare altri investitori terzi, riuscendo a mobilitare un ulteriore afflusso di capitali che ha toccato – nel complesso – i 60 milioni di euro.
Gli ambiti nei quali Italian Angels for Growth ha individuato le startup da finanziare sono il settore medicale (28% diagnostica e l’11% devices), il mobile (19%), l’e-commerce (17%).
L’associazione conta attualmente 150 soci provenienti da posizioni di vertice del mondo imprenditoriale, finanziario,

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Smart city: spunti e iniziative in Italia

L’innovazione e la digitalizzazione di tutto ciò che ci circonda, portano con sé grandi cambiamenti nella nostra vita quotidiana, a partire dalle città in cui viviamo.
Da qui si origina il concetto di smart city, una città intelligente e iper-connessa in cui internet corre veloce sulla banda ultra larga, i servizi sono erogati in maniera efficiente e veloce, le reti di acqua, gas ed energia sono ottimizzate al meglio e i cittadini si sentono al sicuro e dotati di ogni comfort.
In questa direzione si stanno muovendo diversi player appartenenti ad altrettanti settori che, ognuno per la sua parte, mirano a rendere più digitali e, soprattutto, più vivibili, le nostre città.
Cisco e il progetto per la digitalizzazione
La multinazionale americana dell’informatica sta lavorando in Italia insieme a telco, società di energia e gas, e in modo congiunto con le amministrazioni locali, per migliorare la digitalizzazione delle infrastrutture e dei servizi nelle nostre città.
Fabio

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Il futuro prossimo dei contenuti: le performance prima di tutto

Creare una migliore esperienza per il cliente: su questo obiettivo complessivo dovrebbero essere focalizzati tutti i contenuti dei brand. E combinando SEO e content marketing, engagement, hyperlocal, ricerca vocale e machine learning, il risultato può essere raggiunto con maggiore facilità e velocità, oggi e ancor di più nei prossimi anni.
Adattandosi al modo in cui le persone ricercano e ‘consumano’ i contenuti, è più agevole anticipare le tendenze e fornire i contenuti di cui il pubblico ha bisogno, nel modo in cui ne ha bisogno, e arrivare prima della concorrenza.
Il content marketing da solo non basta più. I brand hanno bisogno di rientrare degli investimenti in tempi più rapidi. A confermarlo è un sondaggio tra 252 responsabili marketing di aziende presenti nella lista Fortune 500 (classifica delle maggiori società statunitensi), condotto da BrightEdge.

Ecco alcuni risultati chiave:
– il 71% dei marketer afferma che meno del 50% dei contenuti da loro proposti viene

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La Toscana vince il bando europeo per i rifiuti elettrici

La crescita della digital economy porta con sé anche un aumento dei rifiuti elettronici, apparecchi, materiali e sostanze che prima non esistevano o comunque non erano presenti nelle nostre case in così grandi quantità, ora si accumulano come cose da buttare e da smaltire.
La situazione italiana
Secondo il “Rapporto Annunale 2016 sul sistema di ritiro e trattamento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in Italia” presentato dal Centro di Coordinamento RAEE, nel corso del 2016 c’è stato un aumento complessivo della raccolta RAEE gestita dai Sistemi Collettivi che sfiora il 14% mentre il volume di raccolta complessivo è stato pari a 283.075.012 kg, con un incremento di oltre 33 milioni di chilogrammi raccolti rispetto all’anno precedente e un dato medio pro capite pari a 4,7 kg per abitante.
Anche il numero di centri di raccolta che sono a disposizione dei cittadini italiani è aumentato del 5,15%
“Un quadro positivo” dunque, secondo

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Oval Money e Satispay si impegnano per lo sviluppo

Le startup fintech vanno alla grande: nuovi metodi di pagamento, più sicuri sistemi di risparmio, soluzioni pratiche e di valore per chi ha un occhio attento al proprio portafogli.
Una delle startup del settore più in vista del momento è sicuramente Satispay, una app gratuita che, installata su iOS, Android o Windows Phone, permette di pagare comodamente tramite il proprio smartphone senza costi aggiuntivi.
Ebbene, proprio Satispay ha risposto alla chiamata alla solidarietà di Oval Money, altra startup fintech, che grazie ad un’app aiuta a tenere il controllo delle spese, risparmiare e accumulare denaro.
Il progetto a favore di Action Aid
Proprio grazie a Oval Money e Action Aid i clienti delle due giovanissime realtà dall’11 al 31 dicembre potranno fare una donazione ad Action Aid per contribuire al progetto “Una scuola per tutti” per la costruzione, l’ampliamento e la messa in sicurezza delle scuole in diversi villaggi del Myanmar.
Per spingere i suoi

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PNI 2017: i vincitori della XV edizione e le loro idee innovative

Al termine di due giorni intensi di presentazioni e pitch, la più grande business plan competition d’Italia a mettere in rete ricerca, impresa e finanza ha decretato i suoi vincitori. La finale del PNI 2017, svoltasi gli scorsi 30 Novembre e 1° Dicembre per la sua XV edizione, ha visto vincitore assoluto la Ocore, startup siciliana che ha studiato una nuova tecnologia di stampa robotica 3D.
Il riconoscimento, istituito nel 2003 dall’Associazione Italiani degli Incubatori Universitari-PNICube, è stato conferito a Napoli presso l’Università Federico II, promotrice dell’iniziativa insieme a Campania New Steel.
In sole 48 ore si sono messe in campo le idee provenienti dalle 65 migliori startup finaliste – che hanno partecipato e vinto le 17 competizioni regionali (StartCup) che coinvolgono 46 università e incubatori associati, oltre a numerose istituzioni, a cui sono arrivati ben 2.768 neoimprenditori, per un totale di 1.031 idee d’impresa e 531 business plan presentati.
A giudicare le

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La giusta marcia per la digital transformation

Siamo nell’era dei big data, delle blockchain, delle monete virtuali e della digital transformation e anche le imprese italiane stanno riorganizzando le proprie forze per far fronte alla crescente domanda di innovazione.
Superata la crisi, l’Italia ha scoperto di essere tuttora il settimo paese industriale, con una quota stabile al 2,3% del valore aggiunto mondiale e il secondo paese in Europa dopo la Germania.
Tuttavia navigare in una corrente sempre più forte che va verso il futuro e la trasformazione radicale dell’industria manifatturiera così come dei consumi e delle esigenze dei consumatori, è sempre più difficile e richiede energie e ampiezza di vedute non indifferenti.
Il CsC nel suo rapporto sugli scenari industriali, mostra come l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto tra i 2010 e il 2012 è associata ad una più importante crescita economica nei tre anni successivi, dimostrata sia in termini di fatturato (+25,7% rispetto alle imprese non innovatrici),

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Innovazione e imprese italiane

Le imprese italiane guardano con sempre maggiore interesse all’innovazione, ritenuta ormai punto cardine di qualsiasi strategia o piano di crescita e sviluppo.
A dimostrare questo crescente impegno c’è l’aumento stimato tra l’1,8% e l’1,9% del budget che il 36% delle aziende italiane dedicheranno all’ICT nel 2018, con particolare interesse per Big Data Analytics, Dematerializzazione e sistemi ERP.
Questi dati sono stati rilevati dalla ricerca degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno dal titolo “Corporate Entrepreneurship e Open Innovation: innovare con un occhio alle startup!”.
Sono stati intervistati più di 270 tra Chief Innovation Officer e Chief information Officer italiani per fotografare lo stato dell’innovazione nel nostro Paese.
Come la digital transformation influisce sull’innovazione
Con lo sviluppo delle tecnologie digitali, si sta trasformando anche il modo in cui le imprese adottano e costruiscono modelli di collaborazione più nuovi e agili, sfruttano soprattutto l’Open Innovation e la

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A caccia di competenze digitali? Ci pensa il cubo di Besourcer

Secondo un recente studio de Il Sole 24 Ore, i ragazzi italiani laureati sono pochi e molto spesso faticano a trovare lavoro perché formati secondo percorsi “non spendibili”. Tanti non sono adeguatamente preparati, specie quando si parla di competenze digitali, mentre una percentuale rilevante di giovani (67%) sbaglia a priori la scelta del corso universitario.
Il percorso di orientamento che precede l’iscrizione all’Università, perciò, diventa di fondamentale importanza per riuscire a indirizzare la propria carriera in maniera adeguata agli interessi ed ai talenti che si possiedono.
Ma non basta. La scarsa o inadeguata preparazione dei giovani laureati è un fenomeno che si ripercuote anche sulle aziende europee, che ormai da cinque anni a questa parte faticano non poco a trovare professionisti che possiedano le competenze digitali e tecniche richieste.
Se si pensa, invece, che dall’altra parte dell’oceano le grandi aziende tech creano ogni giorno hub di formazione per i propri dipendenti e hanno

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