Topic cluster: novità sulla SERP di Google e ritorno del fattore “umano”

Informazioni utili, approfondite e dettagliate, non semplici keyword; oggi ti parliamo del Topic cluster e di come ha rivoluzionato la SERP.
I Topic cluster sono la migliore risposta che hanno trovato i Seo Specialist all’ultimo cambiamento dell’algoritmo di Google.

Come sappiamo, lo scopo del motore di ricerca è quello di fornire le migliori risposte possibili ai propri utenti; questo spinge naturalmente a un continuo aggiornamento degli algoritmi in modo da renderli sempre più utili a migliorare l’esperienza degli internauti, aumentandone la soddisfazione.
Oggi la maggior parte degli utenti scrive sui motori di ricerca domande molto più complesse rispetto a qualche anno fa e si aspetta risultati sempre più accurati e rapidi.
Gli user cercano risposte specifiche, scrivendo a volte anche diverse frasi nella stringa di ricerca. Di conseguenza i motori si sono evoluti, diventando abbastanza intelligenti da riconoscere le connessioni tra i contenuti dei siti, riuscendo persino a comprendere il contesto dell’argomento che l’utente sta ricercando e offrendogli diverse risposte,

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Content marketing come “intrattenimento”, è vero che non paga?

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Quante pagine segui sui social perché semplicemente ti fanno ridere o ti emozionano con i loro contenuti?
Immagino un bel po’…
Bene, oggi ti svelo i molti modi in cui si può guadagnare da questo tipo di strategia

Oggi parliamo di Content marketing d’intrattenimento, e delle sue diverse applicazioni.

La nostra bacheca Facebook, o il nostro feed di Istagram sono spesso invasi da quelli che i sociologi hanno definito meme e che poi hanno preso le strade più diverse e disparate per arrivare sempre più lontano.
Dai semplici meme infatti, si sono messe in atto una serie di strategie di guadagno, affatto indifferenti in termini di introiti; oggi voglio esaminarne qualcuna insieme a te, non si sa mai che riflettendo su questo argomento non ti venga in mente qualche buona idea di guadagno.

Partiamo innanzitutto dalla base.

Cos’è un “Meme”?

Iniziamo con il dire che è bene fare una differenza tra Meme come concetto legato alla sociologia che si definisce:

Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet, ecc.).

e che poi trova una declinazione nella sua versione digitale:

I memi digitali sono contenuti virali in grado di monopolizzare l’attenzione degli utenti sul web.  diffuso attraverso i meccanismi delle nuove tecnologie e dei nuovi prodotti, hashtag, Facebook, blog, email, YouTube, usato a volte per fare pubblicità commerciale

da enciclopedia Treccani

Ecco! La parola chiave, nonché carta vincente di questo tipo di comunicazione è “a volte”.
Questo ci fa capire immediatamente che il concetto alla base di questo tipo di strategia di marketing, che riesce ad essere invasivo senza risultarlo, è quello di sfruttare l’intrattenimento come chiave d’accesso non solo alla memoria, ma anche al cuore del potenziale acquirente in maniera efficace e per nulla molesta.

E come ci si guadagna da questa strategia, mi chiederai?

I modi sono diversi, e suscettibili a molte variabili, di cui provo a farti una brevissima panoramica.

Reputation online per i brand più noti

Nel caso di un brand molto noto come ad esempio Nutella, i meme servono a fare reputation ossia a rinfrescare continuamente nella memoria il marchio (in maniera conscia e inconscia).

Esistono poi delle combo vincenti, come ad esempio quella di Nutella e GOT che valgono più di diecimila interazioni.

Aggregatori di contenuti virali

Esiste poi il caso dei portali, alcuni settoriali , altri contenitori sempre più  generici e con un target sempre più vasto (seppur meno fedele/interessato), i quali guadagnano sia con i pay per click sugli articoli di questi blog, ossia si dà uno spazio pubblicitario (banner o altro) all’interno dell’articolo e si riceve una somma per ogni click ottenuto, sia anche con la promozione diretta attraverso un contenuto promozionale con un link/tag all’azienda (pagante).

Questa strategia si chiama influencer marketing, e ti prometto che presto faremo un articolo dedicato esclusivamente a questo perché è un argomento molto molto vasto, non esauribile in questo articolo.

Merchandising

Come fanno a guadagnare alcune pagine che sono nate veramente “dal niente” (oltre a ciò che abbiamo detto precedentemente)?  Non ci crederai, ma lo fanno creando un pubblico vasto (vastissimo) attraverso i meme, e fidelizzandolo al punto tale da crearsi dei potenziali acquirenti del loro merchandising.

Ci sono diversi casi di pagine popolari che creano magliette, tazze, poster e quant’altro con i loro meme più famosi.

Queste sono solo alcune delle strategie che si possono mettere in atto per guadagnare online dal content d’intrattenimento, che come vedi sono dei veri e propri piani d’azione nati da un’intuizione sia delle piattaforme che degli utenti.

Che ne pensi? Hai già un’idea su come guadagnare online dal content d’intrattenimento?

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Content marketing: come pianificare la “spontaneità”

Nessun grande obiettivo si raggiunge senza studiare prima un piano. Quale piano è bene utilizzare per il content online con gli utenti che navigano in cerca di info “just in time”? Eccoti alcune dritte.
Come saprai, la comunicazione aziendale ha subito mutamenti radicali negli ultimi anni.
Gli oltre duemila tap al giorno sugli smartphone dei tuoi potenziali clienti rappresentano allo stato attuale un’enorme opportunità per la tua azienda di espandersi a livelli inimmaginabili con l’adv tradizionale, però…Sì, c’è sempre un però.

Insieme a te, molte altre aziende hanno già individuato la stessa opportunità e questo rende la concorrenza molto agguerrita. Soprattutto in questo l’utilizzo di una buona strategia di content marketing può essere determinante per il tuo successo online (e offline, in termini di vendite). Vediamo esattamente come, esaminando diversi aspetti.
Il tuo target può non essere lo stesso di colui che credi essere un tuo competitor
Prendiamo in esame, in maniera pragmatica, due brand che

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Ha ancora senso avere un blog?

Se ci penso è veramente da tanti tanti anni che in molti pronosticano la morte dei blog. Secondo me, più o meno da poco tempo dopo la loro nascita.

Io sinceramente non c’ho mai creduto. E vedo che insieme a me, tanti altri continuano a non crederci. Molti di questi sono dei veri esperti di digital marketing e vedono nel blog il luogo dove creare relazioni forti e durature con la propria audience e i propri clienti.

Ho iniziato a lavorare con i blog nel lontano 2009. Dopo l’esperienza del comparatore prezzi (OkPrezzi) avevo capito che i motori di ricerca avrebbero dato sempre più importanza ai contenuti “freschi”, ai contenuti aggiornati e di informazione. E i blog, già da allora, erano uno strumento formidabile.

Mi ricordo che un po’ per intuito e un po’ di fortuna, scegliemmo WordPress come CMS, e fu una scelta decisamente azzeccata, probabilmente in quel periodo non si poteva ancora capire veramente il successo che avrebbe avuto WordPress negli anni seguenti.

Nel 2009 iniziammo con un network di blog tematici. Ambiente, lusso, musica, cinema, racconti, libri, ricette, etc. Era un vero e proprio strumento di content marketing che utilizzavamo per attirare traffico di qualità da indirizzare poi verso il comparatore prezzi.

Questo era Ok-Ambiente nel 2010, uno dei blog del network.

Ripeto, 2009…. esattamente 10 anni fa… In maniera molto empirica avevamo intuito la forza che i contenuti di qualità avevano in ambito digitale. Facebook era in Italia da poco più di un anno e il traffico arrivava quasi esclusivamente dai motori di ricerca.

Molte aziende all’epoca hanno totalmente snobbato il blog, molti imprenditori e responsabili marketing sembravano quasi terrorizzati dal confronto con gli utenti; i blog davano infatti l’opportunità agli utenti di commentare gli articoli proposti, e bloccare i commenti era visto quasi come sacrilegio.

In realtà è la stessa reazione che hanno avuto i giornalisti e gli editori quando il digitale ha permesso a tutti gli utenti di commentare quello che veniva scritto sulle proprie testate.

E’ interessante notare però come poi le aziende si siano letteralmente lanciate verso piattaforme quali i social network dove l’interazione e la partecipazione degli utenti è ancora più libera, difficile da gestire e spesso molto lontana dal posizionamento del brand.

Gli editori sono arrivati addirittura a cedere i propri contenuti alle grandi piattaforme quali Facebook… mah!

Ma dopo anni di “sbornia” di social network, sto notando da qualche mese a questa parte un ritorno al proprio sito/blog/magazine da parte delle aziende e degli editori. Finalmente, aggiungerei io.

Lavorare bene sul proprio sito permette ad una azienda di gestire al meglio il percorso dell’utente, dal momento in cui arriva sul sito stesso fino ad una eventuale conversione dell’utente in cliente. Se una azienda lavora prevalentemente sui social network o su piattaforme esterne e non cura le proprie digital properties (sito, blog, magazine, ecommerce, etc.) è sottoposta e diversi rischi, ad esempio:

  • la piattaforma esterna può chiudere la pagina a causa di qualche violazione o segnalazione
  • la piattaforma può cambiare l’algoritmo e i contenuti prodotti e pubblicati non vengono più visualizzati come prima
  • per raggiungere un più ampio target le piattaforme spingono le aziende a spendere in sponsorizzate
  • i contenuti prodotti sono pubblicati su piattaforme esterne e quindi non completamente a disposizione dell’azienda
  • i contenuti prodotti e pubblicati su piattaforme diverse creano un certo “disordine” nella strategia e una dispersione dell’audience nelle diverse piattaforme
  • l’ingaggio degli utenti avviene in un contesto esterno rendendo difficile, ad esempio, l’iscrizione ad una newsletter o la richiesta di contatto

Di seguito alcuni consigli che con DAOContent diamo alle aziende quando lavoriamo con loro:

  • curare il proprio sito internet nei dettagli in modo che per l’utente sia naturale chiedere un contatto, effettuare un acquisto, iscriversi alla mailing list etc.
  • sviluppare un blog (o addirittura un magazine digitale) con una linea editoriale forte e di qualità, in modo che diventi il digital hub dell’azienda, il centro delle attività della strategia content
  • curare tutti i canali social in modo da sfruttare la visibilità e l’audience e attivare gli utenti verso “la propria casa digitale”

Insomma, penso che i blog abbiano ancora una lunga vita, magari prenderanno altre forme e avranno funzionalità evolute, ma sono sicuro che avranno un ruolo importante nelle attività di digital marketing di aziende e professionisti.

Voi cosa ne pensate?

Cosa non deve mancare in un sito eCommerce di successo

Ci sono continue novità in ambito eCommerce, anche in virtù della crescita costante, in qualche caso impetuosa, che il settore sta vivendo un po’ in tutto il mondo. Ebbene, se ci si vuole dotare un sito di eCommerce completo ed efficace,  non si può prescindere da alcuni accorgimenti, che fanno la differenza e consentono di rimanere al passo in un mercato così competitivo.
Il ruolo fondamentale del content e del social media marketing
Mentre alcuni imprenditori non si rendono conto del potenziale dei buoni contenuti e della cura dei canali social, ce ne sono altri che si stanno avvantaggiando proprio per aver compreso fino in fondo quanto questi strumenti siano determinanti per il successo delle vendite online.
Non si può non tenere conto della forza di Facebook, ad esempio, che è responsabile dell’85% di tutte le conversioni provenienti dai social. Curare i contenuti del proprio sito e sfruttare appieno le potenzialità dei social media è dunque una delle grandi sfide alle quali chi intende stare sul mercato con tutte le carte

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