AppShow: a Milano l’evento dedicato all’app economy

Sempre maggiore diffusione degli smartphone e aumento delle interazioni tra persone e applicazioni sono i due fattori fondamentali che, secondo App Annie, importante azienda di analisi statunitense, porteranno l’app economy a crescere fino a raggiungere un volume d’affari pari a 6.300 miliardi di dollari entro il 2021.
E proprio di app economy si parlerà dal 4 al 6 dicembre a Milano in occasione di AppShow, primo e unico evento europeo interamente dedicato al mercato delle applicazioni mobile, che ha scelto proprio il capoluogo lombardo per la sua prima edizione.
Si tratterà di una tre giorni che metterà Milano al centro della scena tech internazionale, grazie anche alla partecipazione di player importanti come BlaBlaCar, Deliveroo, Moovit, The Fork, Just Eat, Helpling, Tricount, DriveNow, Mytaxi e Meetic.
Alcuni numeri della app economy
 App Show sarà un evento di portata internazionale e si farà portavoce di un mercato globale di 3,4 miliardi di utenti che nel 2016

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Settore caseario: come il digitale aiuta a risparmiare

Cosa succede quando il settore caseario si unisce all’innovazione digitale? Ce lo svela uno studio dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e dell’università di Brescia (Laboratorio RISE). I benefici derivanti dal digitale possono essere molti e possono portare un risparmio di 100 milioni di euro l’anno al settore caseario e lattiero italiano. Ma non è solo una questione di risparmio; le soluzioni digitali aiuterebbero anche a migliorare la qualità dei prodotti, a rispettare le norme, a innalzare la sicurezza alimentare e la sostenibilità di tutta la filiera.
Il monitoraggio dell’alimentazione nel settore caseario
Dalla ricetta veterinaria elettronica  ai sensori smart per geolocalizzare la distribuzione dei prodotti al monitoraggio dell’alimentazione: le soluzioni innovative per il settore lattiero-caseario sono variegate. Per quanto riguarda il monitoraggio dell’alimentazione delle mucche, l’uso di un’apposita piattaforma web permetterebbe di risparmiare circa 64mila euro all’anno per un unico caseificio, grazie alla condivisione di informazioni

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Donne e digitale, nasce l’Associazione Coding Girls

Giovani donne verso il digitale, nasce l’associazione Coding Girls, la prima italiana che valorizza i talenti STEAM, ovvero Science, Technology, Engineering, Art and Mathematics e prova ad abbattere la differenza di genere nelle carriere digitali. L’associazione nazionale delle Coding Girls nasce dal basso, partendo dalle scuole, e punta sia a costruire una rete di eccellenze, sia a sostenere i talenti femminili nell’ICT.
La quarta edizione di Coding Girls
Dopo lo straordinario successo della terza edizione, il progetto Coding Girls – nato dalla collaborazione tra l’ambasciata USA in Italia, la Fondazione Mondo Digitale e Microsoft Italia – torna ancora più ambizioso. Innanzitutto è diventato ufficialmente un’associazione. In secondo luogo è particolarmente incentrato sulle scuole e sull’educazione digitale. Sono infatti più di 60 le studentesse talentuose che, dopo essersi allenate alla Summer School di Coding Girls, appassioneranno circa 4.000 coetanee più giovani al coding. Saranno loro a insegnare i trucchi e a svelare la passione che può nascere dietro

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Robotica, eccellenza italiana

Si chiama Maria Chiara Carrozza, insegna alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed è una delle regine della robotica. A decretarlo è RoboHub, la più importante comunità scientifica internazionale che riunisce i maggiori esperti mondiali di robotica, che ha inserito Maria Chiara nella classifica delle 25 donne più promettenti della robotica.
Unica italiana a comparire nella graduatoria, Maria Chiara, professore di bioingegneria industriale, è nota in tutto il mondo per aver dato vita ai “Robot Soft”, automi soffici, a forma di bruchi, pesci e meduse, progettati per essere al servizio dell’uomo e adattarsi più agevolmente rispetto ai loro “colleghi” rigidi.
Maria Chiara Carrozza da sempre unisce il suo impegno nella ricerca scientifica alla preoccupazione per il futuro della società, sollevando anche in Parlamento questioni critiche rispetto all’innovazione e all’industria 4.0.
Questa sua peculiarità la colloca a pieno titolo tra le professioniste più importanti della robotica a livello mondiale, in mezzo a colleghe americane,

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Task Rabbit: exit da manuale

Hanno avuto un’idea brillante, come molti altri startupper, per la verità, ma la loro peculiarità vincente è stata avere una vision molto chiara e i piedi ben saldati per terra: due caratteristiche che gli hanno permesso di non sviluppare una forte identità ma senza dimenticare di continuare a guardare con occhio attento al mercato.
La startup in questione è Task Rabbit che, fondata nel 2008 negli Stati Uniti, è stata una pioniera della Gig economy, cioè tutto quel microcosmo fatto di lavoretti on demand, in cui liberi professionisti si mettono a disposizione per collaborazioni casalinghe “a termine”.
Task Rabbit si è evoluta nel tempo, vendendo la promessa di trovare persone, affidabili e competenti, che aiutassero gli utenti nelle piccole e grandi incombenze di ogni giorno: traslochi, montaggio e smontaggio mobili, lavori in casa.
Ed è così che Stacy Brown-Philpot, CEO di Task Rabbit, uno non proprio venuto dal nulla visto che era un

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GenerationS, ecco il bando russo per startup

Anche la Russia a caccia di imprese innovative. Si chiama GenerationS ed è il bando russo per startup lanciato dalla Federazione. Aperto anche a imprese straniere, ha l’obiettivo di trovare le migliori idee in campo tecnologico e inserirle in un un percorso di sviluppo intensivo e a più livelli.
Che cos’è GenerationS
GenerationS è un acceleratore d’impresa nato nel 2013 per conto di RVC (Russian Venture Company), il più grande fondo d’investimenti statali russo. E’ incentrato soprattutto sulle imprese tecnologiche e ogni anno, in collaborazione con alcune delle più grandi società russe, scova idee tecnologicamente innovative. Durante l’ultimo anno GenerationS è cresciuto, grazie a una rete di filiali regionali le quali forniscono il necessario supporto ai partecipanti e organizzano eventi informativi sull’universo startup.
Chi entrerà nel programma riceverà ore di formazione gratuita e di mentoring; si tratta per cui di un’opportunità concreta sia per trovare investitori che per dare vita a legami commerciali con

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Sinba: la fiaba del fallimento

Come spiegare al proprio figlio il fallimento della propria startup? Con una fiaba, ovviamente.
A raccontarla è Andrea Visconti, 30enne di Torino che abbiamo conosciuto nel luglio del 2015 grazie alla sua partecipazione a Shark Tank, il programma di talent scouting di startup innovative che è andato in onda su Italia1.
Andrea insieme al suo socio Alessandro Bava, hanno presentato davanti agli imprenditori e investitori che costituivano la “giuria” della trasmissione Sinba, la sua startup fintech che aveva brevettato un sistema di pagamento veloce che prometteva di abbattere le code alle casse dei negozi.
L’idea aveva convinto gli investitori che avevano deciso di dargli fiducia e concedergli 250mila euro di finanziamento. Quei soldi, però, non sono mai arrivati, a quanto detto dallo stesso Andrea, sembra per problemi sorti in sede di due diligence.
L’unico finanziamento ricevuto da Sinba è stato quello di 100mila euro da parte di H-Farm che ha acquisito in cambio l’8%

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Digitalmeet, torna il festival italiano del digitale

Torna Digitalmeet, l’evento più importante d’Italia dedicato al digitale. Dopo l’edizione 2016 in Emilia Romagna, quest’anno si riparte dal nord, per poi toccare anche il centro e il sud.
L’evento
Fino al 24 ottobre ci saranno oltre 140 eventi a ingresso libero e 300 speaker da seguire. Il programma, realizzato da Fondazione Comunica e Talent Garden Padova, è molto variegato e abbraccia temi diversi. Lo slogan è: “Scopri, usa, crea, sogna”. L’invito è rivolto a imprese, istituzioni, cittadini, esperti e appassionati.
Tra gli appuntamenti da non perdere:
martedì 24 l’incontro con Federico Faggin, il fisico italiano che ha inventato il microprocessore e nel 2010 ha ricevuto la Medaglia d’oro all’Innovazione da Barack Obama. A Padova Faggin descriverà la storia, l’esperienza e le lezioni di vita imparate nella sua carriera di ricercatore, inventore, ingegnere e imprenditore in Silicon Valley, dove vive dal 1968.
lunedì 23 l’azienda Vallevecchia, con sede a Caorle (VE), aprirà le sue porte per

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Startup Italia Open, per le startup del turismo

Il turismo rappresenta circa il 12% dell’intero PIL italiano ed è uno dei pochi settori trainanti nel nostro Paese, così ricco di attrazioni e di possibilità di sviluppo in questo campo.
Nonostante questo, però, gli investimenti nelle startup del turismo sono ancora molto bassi: negli ultimi cinque anni sono stati investiti nel comparto circa 25 milioni di euro, secondo i dati registrati da Ast, Associazione Startup Turismo, che raccoglie ben 124 startup italiane.
Uno dei più grandi successi in questo settore è sicuramente quello di Musement, nata nel 2013 in Italia ha ricevuto ben due round di finanziamenti da 5 e 10 milioni di euro ed attualmente è una società con sedi in tutto il mondo che occupa 120 persone e ha da poco acquisito Triposo.
Se si escludono questi 15 milioni, dunque, le startup italiane nel turismo hanno ricevuto complessivamente circa 10 milioni di euro in cinque anni.
Un’opportunità per le startup del

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Industria 4.0: che cos’è e quali scenari porta con sé

Industria 4.0 o quarta rivoluzione industriale: anche l’Italia è coinvolta sempre più in questo grande cambiamento economico e sociale, ma che cosa si intende di preciso con questo termine e quali sono gli scenari futuri?
Che cos’è Industria 4.0
Si tratta innanzitutto di un segmento di mercato la cui caratteristica principale è l’unione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time. Ancora, si tratta di utilizzo di macchinari connessi al web, analisi delle informazioni ricavate dalla rete e possibilità di una gestione più flessibile del ciclo produttivo. E’ un pezzo di mercato in crescita costante, che strizza l’occhio al futuro e alle cosiddette tecnologie abilitanti: dalle stampanti 3D ai robot, dalla gestione di dati in cloud all’analisi dei dati per rilevare debolezze e punti di forza della produzione.
Pare che il termine sia stato coniato in Germania (Industrie 4.0) durante l’Hannover Messe, la fiera delle tecnologie industriali, e

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Le startup non superano i 5 anni, pochi investimenti

Il numero delle imprese innovative italiane continua a crescere, ma le neo imprese fanno fatica a stabilizzarsi sul mercato e gli investimenti per le startup non sono all’altezza
Sono più di 7000 mila le startup italiane, l’11% in più rispetto allo scorso anno, secondo quanto rilevato dallo studio “Startup in Italia: mercato, valutazioni ed exit” realizzato da AIAF, Associazione italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari e presentato al Luiss Enlabs di Roma.
Il 175quaderno frutto del gruppo di lavoro dell’Associazione, mette in luce dati interessanti: il settore delle imprese innovative nel nostro Paese, conto più di 35mila addetti, per la maggior parte imprenditori o professionisti del mondo ICT.a
I dati finanziari sono un po’ più preoccupanti: alla fine del 2016 il comparto startup italiane nel suo complesso, registrava ricavi annui medi per impresa pari a 133mila euro, un Ebitda, cioè il margine operativo lordo, calcolato prima che l’impresa onori il pagamento di interessi,

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