Nuovi fattori di ranking di Google. La SEO nel 2017 (e oltre).

Da molti anni ormai chi scrive su un blog, cura i contenuti di un sito aziendale, o progetta un sito da capo a piedi, deve fare i conti con la SEO e i nuovi fattori di ranking di Google. Questo perché l’obiettivo che si pongono tutti è scalare i risultati di ricerca di Big G, perché più visibilità sul più noto dei motori di ricerca significa avere maggiori possibilità di attrarre potenziali clienti, ovviamente non si può prescindere dalla credibilità, da costruire gradualmente con un una buona content strategy e una corretta esposizione sui social.
 

 
Quali sono i nuovi fattori di ranking di Google?
Chiunque si occupa a livello approfondito di questi temi sa bene che la SEO non è mai stata una scienza esatta, la possiamo definire come una specie di rincorsa continua volta a carpire empiricamente i tanti segreti dagli algoritmi che implementa Google di anno in anno. Abbiamo a che fare con una materia mutevole,

Continua a leggere

Instagram e content marketing: 4 consigli per i brand

Instagram è il regno indiscusso del content marketing visuale. A differenza di altri canali non è solo un mezzo per arrivare ad un pubblico di amici o potenziali clienti, come possono essere altri social network – vedi Facebook o Pinterest -, ma è anche una piattaforma per creare contenuti.
Probabilmente è questa una delle ragioni per cui è diventato così popolare nella fascia dei Millennials e risulta sempre in forte e costante ascesa nelle preferenze dei brand, che hanno iniziato a riservare budget importanti alla cura dei propri profili su quello che, d’altronde, è il social dell’immagine per eccellenza. Inoltre c’è l’elemento non marginale dell’engagement: nessuna altra piattaforma è ad oggi in grado di garantire un coinvolgimento così elevato.
Sono lontani i tempi in cui gattini, selfie, piedi e colazioni rappresentavano la “dieta” quotidiana visuale riservata a ogni avventore di Instagram. Complice una rincorsa verso la qualità e un progressivo abbandono dell’elemento “istantaneo” della condivisione, sia l’utente alle prime armi

Continua a leggere

Visual content: 5 tools gratis per le immagini del tuo blog

Ve l’avranno già detto in tutte le salse: i contenuti sono l’aspetto più importante di un blog. Vero, verissimo. Ma anche i migliori contenuti hanno bisogno dell’abito più adeguato per debuttare in società. Questo abito è il visual content, e necessita di tante cure quante ne richiede la parte testuale.

In alcuni casi le immagini diventano persino la parte più rilevante di un post di visual storytelling. Proprio per questo motivo foto e grafiche necessitano di un approccio che sia creativo ma anche semplice e immediato, in modo che non ci sia bisogno di convocare un professionista ogni volta che ci si accinga a pubblicare un nuovo contenuto.
Come migliorare il visual content
Quali strumenti usare per migliorare il visual content di un blog? Un grafico non avrebbe dubbi: vi direbbe Adobe Photoshop o Adobe Illustrator. Ma non sempre c’è il tempo e la voglia di stare a smanettare tra livelli e sfumature, e per fortuna il web

Continua a leggere

I 4 principi che il content marketing può imparare dai musei

L’accoppiata musei e content marketing è un argomento che generalmente si affronta in modo piuttosto canonico: come i musei debbano avvalersi di una strategia di promozione digitale per migliorare la loro posizione sul mercato. E se invece fosse il content marketing, nella sua accezione più ampia, a dover apprendere qualcosa dal design museale?
Per affrontare questo cambio di prospettiva partiamo da un obiettivo comune ad entrambe le discipline: creare esperienze memorabili. Entrare in un sito o visitare un museo deve infatti lasciare un’impronta duratura sul visitatore. E le somiglianze non finiscono qui. Infatti musei e content marketing si propongono di conoscere e comunicare con il target, rispondendo ai suoi bisogni, espressi e inespressi.
Non è un caso, in quest’ottica, che marchi di notevole portata storica per il Paese, come Fiat o Piaggio, si siano attrezzati per allestire o finanziare dei brand museum, così da mettere in mostra la loro storia e il patrimonio aziendale in

Continua a leggere

Le 5 lezioni del giornalismo al content marketing

Esistono punti di contatto tra content marketing e giornalismo? Oppure sono due mondi inconciliabili?

Queste domande nascono dal fatto che i giornalisti, o chi si occupa d’informazione, spesso guarda dall’alto in basso quanto accade nel mondo della comunicazione, specie in quella legata a finalità di marketing. Inoltre c’è una sorta di sospetto diffuso nei confronti di chi lavora allo stesso tempo come giornalista freelance e come creatore di contenuti per brand, come se questi due settori fossero separati da contraddizioni insanabili. Detto in poche parole: dal giornalista tout-court i copywriter sono visti alla stregua di automi aziendali che riciclano in serie gli stessi contenuti a suon di titoli click-bait.

Allora, forse, vale la pena capire in che modo la comunicazione, per non scadere nella banalità e nella ripetizione, possa imparare qualcosa dal giornalismo della vecchia scuola. Ho trovato (almeno) cinque lezioni. Vediamo insieme quali sono.
1. Esci dalla redazione!
Per anni a tanti aspiranti giornalisti è

Continua a leggere

Innovative, ma non troppo: una startup italiana su tre non ha un sito internet

Il settore delle startup italiane cresce a ritmi sempre più incalzanti. L’economia dell’innovazione, secondo la fotografia emersa dalla Relazione annuale 2016 del Mise, è animata da quasi 7000 germogli di aziende, praticamente il doppio rispetto a soli due anni fa.

Ma alla narrazione – spesso epica – di idee vincenti, di duro lavoro, di scommesse che superano la prova dei mercati e di fatturati che crescono, si accompagna anche un racconto molto meno entusiasmante. Quello secondo cui molte, troppe startup innovative non hanno una finestra aperta sulla Rete. Un ossimoro quando si parla di digital business. Infatti, scorrendo tra le 6.300 e passa realtà iscritte al registro di Infocamere, sono ben 2.287 quelle che non hanno dichiarato alcun dominio online.

Come si spiega questo paradosso tutto italiano? Verosimilmente, alcune realtà al momento della registrazione erano così giovani da non avere un sito già operativo. Oppure molte PMI si sono camuffate da startup

Continua a leggere

Come la realtà virtuale cambierà il content marketing

Realtà virtuale e content marketing, un binomio che nei prossimi anni potrebbe rivoluzionare la fruizione dei contenuti e rendere il cliente molto più di un semplice lettore, un vero e proprio co-regista.

Dapprima vennero i testi, poi le immagini, quindi i video. E’ l’evoluzione dei contenuti che non si ferma. Il nuovo (medium) che avanza e di cui si parlerà sempre di più nel prossimo futuro. La realtà virtuale ha tutte le carte in regola per affermarsi anche nel content marketing, perché garantisce quel che l’utente/cliente cerca: un coinvolgimento sempre più realistico e immersivo nei contenuti.

Una ricerca condotta da Goldman Sachs rivela che le tecnologie VR, per quanto di nicchia al momento, si diffonderanno molto rapidamente, sui livelli degli smartphone.

Le aspettative dei consumatori riguardo a questa tecnologia sono molto alte: secondo i dati Greenlight Insights, il 62% dei consumatori si sentirebbe maggiormente coinvolto da un marchio che sponsorizzasse un’esperienza in VR, mentre il 71% dei consumatori

Continua a leggere

Exit e opportunità di innovare

E’ da un po’ di tempo che mi confronto con il tema delle “exit” in ambito startup. E’ un tema che, a mio modo di vedere, necessità di una serie di riflessioni. In particolare sul ruolo delle exit nel processo di innovazione delle aziende italiane.

In poco meno di 15 giorni ho ascoltato due interventi molto interessanti che in maniera differente trattavano il tema dell’innovazione

Parto dall’ultimo intervento, quello del Professor Franco Mosconi (docente di Economia Industriale all’Università di Parma) al Meeting Nazionale Federmanager Giovani. Trattando delle tema dell’innovazione nelle aziende italiane medio-grandi sostiene giustamente che le aziende devono compiere un processo diviso in due step:

  1. l’azienda si deve dotare di un management molto attento all’innovazione e all’industria 4.0 (anche se come dicono i dati, in Italia gli imprenditori hanno spesso “difficoltà” a dotarsi di un management a differenza di quello che succede ad esempio in Germania)
  2. l’azienda deve investire molto per spingere sulla formazione, sui processi, sulla ricerca e sviluppo in modo tale che l’innovazione arrivi dall’interno dell’azienda stessa

Il primo intervento invece è stato quello di Mario Mariani, ex AD di Tiscali e partner del fondo United Ventures (fondo che investe in startup ad alta scalabilità), al Convegno “Industry 4.0: Implication for Management” organizzato da AMMISA presso la Scuola Superiore Sant’Anna a Pisa. Parlando del tema delle startup e delle exit ha sostenuto quanto sia importante per una startup pensare ad una exit che non sia però necessariamente quella raccontata dallo storytelling della Silicon Valley, ad esempio una vendita miliardaria o una quotazione in borsa (anche perché la percentuale di casi di questo genere di exit è in diminuzione). A maggior ragione in un tessuto economico come quello italiano fatto per la maggior parte da aziende medie che hanno una forte necessità di innovare.

Moltissime startup creano innovazione, producono valore e generano talenti. Moltissime startup avrebbero bisogno di un partner industriale o di un investimento da parte di una media o grande azienda per supportare la crescita e permettere alla stessa startup di strutturarsi e continuare il processo di innovazione.

Ed è qua che le due tesi a mio modo di vedere si incontrano.

Va benissimo l’innovazione dall’interno dell’azienda ma penso che ci sia bisogno di un dialogo più frequente ed una relazione più stretta tra le aziende italiane e il mondo delle startup e dell’innovazione.

Questo richiede sicuramente la presenza di imprenditori e di manager molto attenti e aperti al confronto. Richiede in generale molta preparazione e competenza. Dall’altra parte ci vuole tanta attenzione nella selezione delle idee, dei progetti e dei team. E, nella fase di accompagnamento alla crescita della startup, si dovrebbe capire quali di queste realtà posso diventare una società quotata in borsa (rarissime) e quali di queste invece possono diventare parte di realtà più grosse portando valore umano, valore economico e valore in fatto di innovazione (tantissime).

Credo che questa possa essere una via per portare il mondo delle startup italiano verso un periodo nuovo e più felice. Un periodo fatto di concretezza e di creazione di valore.

Penso che allo stesso tempo questa via possa aiutare le piccole, medie e grandi aziende a fare innovazione, accompagnando il processo interno di ricerca e sviluppo.

Può essere un rapporto win-win grazie al quale tutti gli attori in gioco posso offrire valore e ottenere valore. Quindi perché non puntare convinti verso questa direzione?

Continuano gli apertivi ‘agile’ in Dao Campus: appuntamento al 15 febbraio

Il mercato non dorme mai. Ciò che oggi si considera un’eccellenza rischia di diventare “superata” in contesti in cui domina l’incertezza e la stanchezza per le formule passate. E’ successo a Blockbuster o Kodak e succede, a maggior ragione, anche alle realtà più piccole. E quando il mondo corre così veloce innovare non è un consiglio, è una necessità per tutti.
Alla base dell’innovazione c’è sempre una buona domanda o un dialogo stimolante. Questo vale tanto per il business quanto per l’attitudine di vita. Per mettere in discussione la tradizione e per spezzare l’adagio “abbiamo sempre fatto così” non servono gerarchie e burocrazie aziendali, ma a volte basta anche una chiacchierata con chi ha un know-how diverso dal nostro.
Agile ’n drink è un format che a Pisa ha già permesso a professionisti provenienti da vari settori d’incontrarsi attorno a un tavolo, in un contesto informale, per perseguire alcune metodologie di Agile e

Continua a leggere

Content marketing: una breve storia

Il buzz sul content marketing negli ultimi anni è cresciuto il modo esponenziale. Per averne un’evidenza visiva immediata basta anche dare un’occhiata su Google Trends.
La stringa di ricerca “content marketing” su Google Trends
Non si tratta certo di una moda passeggera. Le aziende che non hanno compreso l’apporto del content marketing al loro business hanno cominciato a perdere terreno rispetto alla concorrenza, soprattutto quando i contenuti hanno iniziato a viaggiare e diffondersi attraverso la Rete. Questo l’avevano già capito alcuni imprenditori lungimiranti quasi 300 anni fa.
Avete letto bene, non è un refuso di battitura. Il content marketing, contrariamente a quanto si pensa, non nasce con la rivoluzione digitale. E come ogni narrazione che si rispetti ha un capitolo iniziale da cui tutto inizia.
Siamo nel 1732 e non esistevano ancora gli Stati Uniti. Nelle colonie inglesi del Nuovo Continente debutta la pubblicazione del “Poor Richard’s Almanac” ad opera di Benjamin Franklin. Si trattava di un’affascinante miscellanea di previsioni meteorologiche, ricette, barzellette, aforismi, con lo

Continua a leggere

Primi passi

Qualche giorno fa finalmente sono arrivati.

Dopo tanto tempo che li cercavamo finalmente li abbiamo trovati. E siamo anche decisamente molto felici.

Come ho già detto qualche post fa, DAO News è in una fase di “cambio rotta”, sta modificando radicalmente il proprio assetto e, in primo luogo, sta definendo i nuovi prodotti e il nuovo brand.

E dopo averli cercati per tanto tempo, eccoli qua “questi prodotti”. Il primo esperimento ha un obiettivo sfidante: portare performance e lead ad un progetto nato solo il 5 dicembre 2016. Un progetto lanciato da ViaMichelin (Michelin Days) che rende ancora più interessante la sfida.

Come DAO News ci preme in modo particolare dimostrare che performance e informazione di qualità possono sicuramente convivere e che anzi, l’informazione di qualità facilita il raggiungimento di determinati risultati offrendo in più un servizio informativo di valore.

Inoltre le aziende importanti hanno due necessità forti quando si confrontano con il digitale: mantenere alto il posizionamento del proprio brand e allo stesso tempo ottenere risultati di visibilità e generare lead. Con DAO Content riteniamo di aver raggiunto questo equilibrio.

Stiamo lavorando in questa direzione da circa due anni e i vari test effettuati ci mostrano dati molto confortanti. Ma erano “solo test”… E’ come se fino ad ora ci fossimo semplicemente allenati, abbiamo fatto anni di allenamento.

Ora stiamo giocando la partita di campionato e si sente nell’aria questa sana voglia di vincere. Si respira anche un po’ di emozione mista a curiosità. I ragazzi non smettono di guardare gli analytics e di ottimizzare contenuti e piattaforma.

I progetti per questo primo lavoro sono 3:

  • the tasty ways: un webzine digitale che parla di ristoranti stellati e di eccellenze gastronomiche
  • morsi di futuro: un blog che tratta l’innovazione in ambito enogastronomico
  • food & wine stories: un blog che pubblica esperienze e racconti di cibo e vino

Come tutti i bambini che stanno imparando a camminare, i nuovi prodotti hanno bisogno di trovare l’equilibrio, di essere stabili e trovare il passo giusto. Ma le gambe sono già forti e vedo che riescono già a raggiungere l’obiettivo, ad attraversare la stanza, a raggiungere l’utente e a portarlo nel posto desiderato.

Una startup innovativa deve agire proprio così:

  1. definire un prodotto con le specifiche minime
  2. testarlo subito magari con clienti o utenti in un progetto sfidante.

In questo modo si ha subito un progetto in portfolio e si hanno tutte le indicazioni per come migliorare il prodotto ed, eventualmente, implementarlo con altre funzionalità o caratteristiche.

Intanto i ragazzi di DAO News continuano a tenere la mano a questa nuova creatura che sta facendo i suoi primi passi. Tutti i giorni con entusiasmo.

Presto vi racconterò come sarà andata la prima camminata.