Content marketing e native advertising tra somiglianze e differenze

Il marketing digitale è cresciuto molto negli ultimi 15 anni. Il nostro ecosistema digitale continua ad evolversi, e anche le sue molte parti devono crescere di pari passo. È il caso del content marketing e del native advertising. Così simili, così diversi…

Non è raro che aziende e operatori di marketing utilizzino erroneamente le due parole in modo intercambiabile. Ma le due formule di diffusione di contenuti hanno significati e capacità molto diversi. Essere consapevoli delle differenze è di particolare importanza per capire come articolare un’efficace e funzionale strategia di internet marketing. Ecco alcune specificità dell’uno e dell’altro.

Native advertising
È qualcosa di cui ognuno di noi ha avuto esperienza, magari inconsapevolmente. Il native adv infatti ha come caratteristica principale quella di essere poco invasivo, il più possibile discreto, proprio per non ‘contrariare’ l’utente.
Gli annunci ‘nativi’ vengono posizionati all’interno di un sito web in modo da non interrompere l’esperienza del visualizzatore, ad esempio tra i paragrafi di un testo, e di solito

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A cosa destinare la gran parte del budget a disposizione per il marketing?

Tra le risposte possibili alla domanda posta nel titolo ce n’è una che supera ormai le altre per distacco: ai contenuti di valore. A dirlo sono i dati di tutte le ultime rilevazioni sul tema. La creazione di contenuti è diventato negli ultimi anni di gran lunga l’obiettivo principale per chi si occupa professionalmente di strategie di marketing in tutto il mondo.

Dall’ultima ricerca eseguita dall’agenzia internazionale di marketing e comunicazione, Cognito, risulta, ad esempio, che il 61% dei 165 marketing leader intervistati ha indicato il content marketing come l’area in cui sarà investita la parte più cospicua del budget 2018. E ciò è probabilmente diretta conseguenza dell’insoddisfazione che era venua fuori nel sondaggio precedente, in cui solo il 18% degli intervistati si era dichiarato contento della qualità dei contenuti su cui aveva potuto contare.

Come provare ad affrontare il cambiamento
Le relazioni con gli investitori (71%) e gli affari pubblici (69%) sono, a detta degli

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Il futuro prossimo dei contenuti: le performance prima di tutto

Creare una migliore esperienza per il cliente: su questo obiettivo complessivo dovrebbero essere focalizzati tutti i contenuti dei brand. E combinando SEO e content marketing, engagement, hyperlocal, ricerca vocale e machine learning, il risultato può essere raggiunto con maggiore facilità e velocità, oggi e ancor di più nei prossimi anni.
Adattandosi al modo in cui le persone ricercano e ‘consumano’ i contenuti, è più agevole anticipare le tendenze e fornire i contenuti di cui il pubblico ha bisogno, nel modo in cui ne ha bisogno, e arrivare prima della concorrenza.
Il content marketing da solo non basta più. I brand hanno bisogno di rientrare degli investimenti in tempi più rapidi. A confermarlo è un sondaggio tra 252 responsabili marketing di aziende presenti nella lista Fortune 500 (classifica delle maggiori società statunitensi), condotto da BrightEdge.

Ecco alcuni risultati chiave:
– il 71% dei marketer afferma che meno del 50% dei contenuti da loro proposti viene

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Quando l’economia della fiducia sorpassa la SEO

Immaginatevi la scena in cui un padre dice al figlio: “un tempo qui era tutto content marketing”, riferendosi alla fine degli anni ’10 di questo secolo.
Alla fine dei conti in questo decennio il trend ormai è chiaro e definito: i contenuti sono diventati il principale strumento di attrazione per moltissime aziende.
Se ci guardiamo indietro, capiamo che questo sviluppo non è frutto soltanto di una moda che si è imposta insieme con la nascita dei blog, e neanche frutto di un mero calcolo di SEO, quanto piuttosto una necessità alimentata dalla nascita dell’economia della fiducia. 
Già un paio d’anni fa, un’agenzia di comunicazione statunitense, la Ciceron, aveva elaborato in modo piuttosto sintetico i benefici dell’adozione di strategie di content marketing:
il 92% delle aziende che aggiornano costantemente il proprio blog acquisiscono in media un nuovo visitatore (e potenziale cliente) al giorno;
il 78% dei consumatori crede che le organizzazioni che producono contenuti diretti a loro vogliano instaurare una relazione;
il

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Misteri e metafore. La pre-suasione nel Content Marketing

Non solo persuasione
Uno dei concetti più associati al content marketing è quello della persuasione. Ovvero io scrivo un contenuto sul mio blog e lo scopo più o meno esplicito è convincere e attirare il giusto pubblico verso il mio prodotto. Tutto corretto, ma c’è dell’altro.
È senz’altro vero che un buon copy aiuta a vendere, a patto che il contenuto non sia strutturato come un comunicato stampa o un volantino promozionale. Il potere contrattuale di un post aziendale risiede nella capacità di stare in un equilibrio sottile e precario tra utilità e persuasione.
Sono le parole, i racconti, i consigli ad esser convincenti. Su questi elementi è opportuno che ti soffermermi per consentire alla tua attività di realizzare i suoi obiettivi rendendosi visibile e attraente per una platea di persone potenzialmente interessata.
In ultima analisi, quindi, il messaggio più convincente è quello che si pone come la soluzione ad un problema individualmente e collettivamente

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Misteri e metafore. La pre-suasione nel Content Marketing

Non solo persuasione
Uno dei concetti più associati al content marketing è quello della persuasione. Ovvero io scrivo un contenuto sul mio blog e lo scopo più o meno esplicito è convincere e attirare il giusto pubblico verso il mio prodotto. Tutto corretto, ma c’è dell’altro.
È senz’altro vero che un buon copy aiuta a vendere, a patto che il contenuto non sia strutturato come un comunicato stampa o un volantino promozionale. Il potere contrattuale di un post aziendale risiede nella capacità di stare in un equilibrio sottile e precario tra utilità e persuasione.
Sono le parole, i racconti, i consigli ad esser convincenti. Su questi elementi è opportuno che ti soffermermi per consentire alla tua attività di realizzare i suoi obiettivi rendendosi visibile e attraente per una platea di persone potenzialmente interessata.
In ultima analisi, quindi, il messaggio più convincente è quello che si pone come la soluzione ad un problema individualmente e collettivamente avvertito dal pubblico. Ma il content

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Come entrare nel food blogging club e avere il ristorante pieno

A cosa serve il content marketing nella ristorazione?
Il content marketing nella ristorazione ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, parallelamente con l’esplosione delle strategie di content marketing in altri settori. Non si contano più i blog, che aumentano ogni giorno, dedicati ai piaceri del palato. Talvolta sono curati da semplici appassionati, ma sono sempre di più i singoli locali o le catene di ristoranti che investono risorse su questo strumento di comunicazione.
Il trend sicuramente segue una maggiore attenzione verso il Made in Italy, soprattutto nei settori di punta come l’agro-alimentare e la ristorazione.
 
Grotta Palazzese a Polignano a Mare (foto dal sito web del ristorante)
 
Federalimentare ha stimato infatti per l’anno in corso un fatturato complessivo di 134 miliardi di euro (nel 2016 erano 132 mld), con un incremento delle esportazioni del +5%, pari a 31,6 miliardi di euro (erano 30,1 nel 2016). Per quanto riguarda la ristorazione (anche quella mobile) ci aggiriamo attorno a 168mila

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Come si fa un live tweeting efficace, anche ascoltando La Traviata

Esiste una vetrina formidabile per le aziende, le startup ed i professionisti: gli eventi di settore. Il networking in queste occasioni non passa solo dall’incontro fisico ma anche dalle interazioni sui social. In particolare il live tweeting, ovvero raccontare a colpi di tweet ciò che in tempo reale accade, è uno dei metodi più efficaci per far notare il tuo brand anche senza parlare sul palco dei relatori.
Il potenziale di fuoco è enorme, anche se hai aperto l’account Twitter il giorno prima e puoi contare solo su 20 followers. Più la risonanza dell’evento cresce, più crescono in qualità le interazioni, più si fanno alte le possibilità di ottenere l’attenzione di chi ancora non ci conosce.
Ma come si fa un live tweeting efficace? Ovvero, come si fa a raccontare a chi non ha la possibilità di essere fisicamente all’evento le proprie impressioni, la successione degli interventi, l’atmosfera che si genera in un particolare appuntamento?
Non

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5 validi motivi per aprire un blog aziendale

Non si contano ormai gli esperti di comunicazione che sul web consigliano ad ogni impresa o startup di aprire un blog aziendale, con elenchi di benefici più o meno immediati che questo strumento può dare alle proprie strategia di presenza sul web.
Fin qui tutto bene. Il problema è che, spesso, abbracciare una tendenza con troppo entusiasmo, ma senza una vera visione d’insieme, porta un progetto editoriale al fallimento. Abbandonare dopo pochi mesi il blog perché non porta risultati immediati oppure usare questo strumento come una sorta di archivio di comunicati stampa sono gli errori più frequenti che si registrano.
In Italia da qualche anno si sta diffondendo la cultura del corporate blogging, ma solo tra le imprese più strutturate o tra quelle più vocate all’innovazione. Ma se parliamo di grossi numeri, i benefici del content marketing sono ancora sottovalutati dalla gran parte delle aziende, che derubricano il blog a poco più di una perdita di tempo.
Ma

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Blog: 4 segreti per scrivere un post di successo

Sarebbe bello scrivere tutti i giorni un post di successo, ma chi adotta una strategia di content marketing si accorge sin dai primi tempi che alcuni post hanno più seguito di altri. Le variabili e le motivazioni possono essere tante, ma sembra proprio che solo un post su cinque ce la faccia.
Alle volte l’odore di fallimento possiamo respirarlo già nella fase di ideazione dei contributi perché non siamo sufficientemente convinti di quello di cui andremo a parlare. O magari in una fase successiva, quando ci rendiamo conto che quello che era interessante per noi non era altrettanto interessante per il nostro pubblico. E Google Analytics ce lo farà notare impietosamente.
Tanti fattori concorrono a determinare un modesto risultato di un post: talvolta siamo stati affrettati, incerti dei nostri obiettivi, o semplicemente indecisi su quello che il nostro target desidera. Altre volte forse non abbiamo avuto sufficienti argomentazioni o conoscenza del tema. Tutte queste variabili possono

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L’economia dell’attenzione e il futuro del content marketing

L’attenzione umana mai come ora è diventata una risorsa scarsa, a tal punto che oggi si parla di economia dell’attenzione. Pensiamoci: ogni giorno social media, tv, radio, giornali ci sparano addosso una quantità di informazioni inimmaginabile sino a vent’anni fa. Tutte queste fonti battagliano per un minuto del nostro sguardo. Uno sguardo che, però, sarà inevitabilmente superficiale e spietato nel surfare in questo overload informativo.
 

 
Laddove c’è un’inflazione informativa la nostra capacità di acquisire ed interpretare nuovi input si riduce, così come la nostra capacità di attenzione sul singolo contenuto.
Qualche settimana fa guardavo una vignetta di Tom Fishburn che ironizzava proprio su questo overload in ambito content marketing. Stiamo effettivamente producendo più contenuti di quelli che la nostra audience di riferimento possa consumare. E siamo caduti anche noi nel paradosso della vignetta, cioè scriverci sopra un ulteriore contenuto.
 
Overload di content marketing

L’economia dell’attenzione e i contenuti liquidi
La sfida che ci pone un’epoca in

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