Instagram e content marketing: 4 consigli per i brand

Instagram è il regno indiscusso del content marketing visuale. A differenza di altri canali non è solo un mezzo per arrivare ad un pubblico di amici o potenziali clienti, come possono essere altri social network – vedi Facebook o Pinterest -, ma è anche una piattaforma per creare contenuti.
Probabilmente è questa una delle ragioni per cui è diventato così popolare nella fascia dei Millennials e risulta sempre in forte e costante ascesa nelle preferenze dei brand, che hanno iniziato a riservare budget importanti alla cura dei propri profili su quello che, d’altronde, è il social dell’immagine per eccellenza. Inoltre c’è l’elemento non marginale dell’engagement: nessuna altra piattaforma è ad oggi in grado di garantire un coinvolgimento così elevato.
Sono lontani i tempi in cui gattini, selfie, piedi e colazioni rappresentavano la “dieta” quotidiana visuale riservata a ogni avventore di Instagram. Complice una rincorsa verso la qualità e un progressivo abbandono dell’elemento “istantaneo” della condivisione, sia l’utente alle prime armi

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I 4 principi che il content marketing può imparare dai musei

L’accoppiata musei e content marketing è un argomento che generalmente si affronta in modo piuttosto canonico: come i musei debbano avvalersi di una strategia di promozione digitale per migliorare la loro posizione sul mercato. E se invece fosse il content marketing, nella sua accezione più ampia, a dover apprendere qualcosa dal design museale?
Per affrontare questo cambio di prospettiva partiamo da un obiettivo comune ad entrambe le discipline: creare esperienze memorabili. Entrare in un sito o visitare un museo deve infatti lasciare un’impronta duratura sul visitatore. E le somiglianze non finiscono qui. Infatti musei e content marketing si propongono di conoscere e comunicare con il target, rispondendo ai suoi bisogni, espressi e inespressi.
Non è un caso, in quest’ottica, che marchi di notevole portata storica per il Paese, come Fiat o Piaggio, si siano attrezzati per allestire o finanziare dei brand museum, così da mettere in mostra la loro storia e il patrimonio aziendale in

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Come la realtà virtuale cambierà il content marketing

Realtà virtuale e content marketing, un binomio che nei prossimi anni potrebbe rivoluzionare la fruizione dei contenuti e rendere il cliente molto più di un semplice lettore, un vero e proprio co-regista.

Dapprima vennero i testi, poi le immagini, quindi i video. E’ l’evoluzione dei contenuti che non si ferma. Il nuovo (medium) che avanza e di cui si parlerà sempre di più nel prossimo futuro. La realtà virtuale ha tutte le carte in regola per affermarsi anche nel content marketing, perché garantisce quel che l’utente/cliente cerca: un coinvolgimento sempre più realistico e immersivo nei contenuti.

Una ricerca condotta da Goldman Sachs rivela che le tecnologie VR, per quanto di nicchia al momento, si diffonderanno molto rapidamente, sui livelli degli smartphone.

Le aspettative dei consumatori riguardo a questa tecnologia sono molto alte: secondo i dati Greenlight Insights, il 62% dei consumatori si sentirebbe maggiormente coinvolto da un marchio che sponsorizzasse un’esperienza in VR, mentre il 71% dei consumatori

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I contenuti interattivi guidano il futuro del web

Arrivano indicazioni interessanti da un nuovo studio del Content Marketing Institute (CMI) focalizzato sulla diffusione dei contenuti interattivi e sui risultati che i content marketers stanno ottenendo attraverso il loro uso. La ricerca, intitolata ‘Deliver Peak Experiences from Interactive Content’, si basa su un campione casuale ottenuto selezionando gli intervistati da un elenco di 20.000 responsabili di strategie aziendali di content marketing.Il primo dato rilevante è che la maggioranza di coloro che producono e offrono contenuti (53%) sta già facendo largo ricorso all’interattività e che la percentuale è nettamente superiore (65%) a livello aziendale. Altro dato significativo è che il 75% degli intervistati ha intenzione di aumentare l’uso di contenuti interattivi entro il 2016.Ecco alcuni degli altri risultati interessanti della rilevazione:l’81% degli interpellati dichiara che i contenuti interattivi sono più efficaci nella fase delicata di ‘cattura dell’attenzione’;il 79% ritiene che i contenuti interattivi rafforzino i messaggi dei brand quando combinati con strumenti di marketing tradizionali;il 79% afferma che i contenuti interattivi hanno anche un valore legato alla loro riutilizzabilità, con visitatori abituali ed esposizioni multiple.“L’engagement del pubblico è

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